Incendio alla Demap di Beinasco del 12 dicembre scorso: la relazione finale
28 gennaio 2022
Il 12 dicembre scorso si è sviluppato un incendio nel fabbricato industriale sito in via Giotto, 13 a Beinasco (TO), sede della ditta DEMAP s.r.l. che recupera rifiuti speciali non pericolosi.
All’interno dello stabile era presente materiale plastico derivante dalla raccolta differenziata. L’incendio ha sviluppato fiamme e una colonna di fumo nero visibile da chilometri di distanza. Un incendio di tali dimensioni provoca un inquinamento di tipo diretto in atmosfera, dovuto al rilascio di gas tossici di combustione, di pirolisi delle sostanze bruciate e dei prodotti della decomposizione.
L’inquinamento deriva inoltre dalle reazioni che si sviluppano a causa delle elevate temperature.
Arpa Piemonte è intervenuta sul posto a seguito della chiamata da parte del 112 - Centrale Regionale per le Emergenze Ambientali.
I tecnici dell'Agenzia hanno avviato le attività di monitoraggio con strumentazione da campo e raccolto campioni di solidi e gassosi da avviare ad analisi specifica di laboratorio. Le operazioni di spegnimento da parte dei Vigili del Fuoco sono durate a lungo (circa 72 ore) prima di riuscire a domare le fiamme. Stante le difficoltà di spegnimento, l’incendio, seppur in forma decisamente minore e controllata, è proseguito anche nelle giornate successive all’evento liberando nell’atmosfera gas e incombusti che hanno interessato prevalentemente il comune di Beinasco (To).
A integrazione delle misure intraprese nella prima ora dall’avvio dell’incendio e per seguire l'evoluzione dell'evento, che è apparso da subito particolarmente rilevante per le sue dimensioni e per la prossimità con centri densamente abitati, Arpa ha deciso di installare il laboratorio Mobile dedicato alle situazioni di emergenza al fine di monitorare l’evoluzione della qualità dell’aria nelle aree circostanti l’incendio. Le fasi di monitoraggio in campo sono terminate il 12 gennaio 2022.
Durante tutta la fase emergenziale, i tecnici Arpa hanno costantemente presidiato la zona dell’incendio effettuando ripetuti sopralluoghi per verificare lo stato dei luoghi e, in particolare, l'impatto sulla qualità dell'aria sulla zona interessata dall'evento. Contestualmente per salvaguardare le ricadute ambientali sono stati suggeriti agli Enti competenti una serie di misure da porre in atto al fine di ridurre l’esposizione dei residenti nelle aree circostanti.
Tali provvedimenti sono stati necessari visti i livelli di contaminanti rilevati nelle prime ore di intervento in campo e confermati anche nelle giornate immediatamente successive all’incendio dai monitoraggi eseguiti in campo con strumentazione portatile.
Gli esiti delle indagini ambientali posso essere così sintetizzati:
1. I Composti Organici Volatili (COV) misurati in campo dal 12 al 24 dicembre presentano livelli elevati presso tutti i punti di misura individuati in prossimità della ditta DEMAP e nelle zone in cui si riteneva possibile, sulla base del quadro anemologico, la ricaduta degli inquinanti aeriformi sviluppatisi durante il rogo. Le concentrazioni rilevate nella prima fase sono risultate elevate, anche confrontandole con i livelli misurati dalle stazioni afferenti alla rete di rilevamento della qualità dell’aria limitrofe e dal laboratorio mobile in prossimità del punto del rogo.
2. Diossine: i valori di PCDD/FI-TEQ totali sono risultati significativi, con un picco pari a 2873 fg I-TEQ/m3 il 14/15 dicembre in aree sensibili nelle zone limitrofe allo stabilimento. I dati di PCDD/F ottenuti evidenziano come nelle prime ore immediatamente successive all'incendio la presenza di queste sostanze a Beinasco sia risultata in aumento ma al disotto dei valori di picco che si sono registrati solo nella notte successiva (tra il 13 ed il 14 dicembre), a causa dell'inversione termica e della conseguente ricaduta dei gas su parte dell'abitato di Beinasco. Nelle giornate successive i valori di (PCDD/F) sono gradualmente diminuiti fino raggiungere nella giornata del 20 dicembre valori di 67 fg I-TEQ/m3 dato allineato per il periodo invernale nell’area metropolitana di Torino sud.
3. Nel campione dell'area di ricaduta si evidenziano concentrazioni di idrocarburi aromatici superiori alle medie del periodo registrate dalle stazioni di misura automatica della rete di monitoraggio della qualità dell'aria urbana. Inoltre, si può osservare una concentrazione significativa di acroleina e di stirene, composti tipici che si sviluppano nei processi di combustione delle materie plastiche, in genere non presenti nel fondo urbano se non a livello di tracce. Lo stirene in particolare è caratterizzato da una soglia olfattiva molto bassa, con odore persistente, percepibile dalla popolazione anche in tracce. Le concentrazioni misurate con le analisi di laboratorio sono coerenti con i dati ottenuti tramite analizzatore COV portatile nelle diverse postazioni.
4. Per quanto riguarda il monitoraggio delle fibre di amianto aeropdisperse, queste sono risultate inferiori al limite di rilevabilità che è pari a 0,1 ff/l (fibre per litro) non risultando, di fatto, un problema nella fase di spegnimento dell’incendio.
Tutti i dati raccolti sono stati messi a disposizione delle Autorità Competenti per le valutazioni di competenza.