Conoscere la qualità del territorio in Piemonte con il nuovo portale
A fine ottobre è stato presentato da Arpa e Regione Piemonte il portale http://relazione.ambiente.piemonte.gov.it dedicato all'ambiente in Piemonte.
Alla tematica aria è stato dedicato uno spazio il 22 novembre, all’acqua il 22 gennaio; oggi è la volta della tematica TERRITORIO http://relazione.ambiente.piemonte.gov.it/it/territorio
Parlare di territorio vuol dire toccare molteplici aspetti che riguardano il nostro vivere quotidiano. Con questa parola intendiamo qui analizzare il suolo, in particolare l’aspetto del consumo e della qualità del suolo, dei rischi naturali connessi alla morfologia del Piemonte, e di alcuni dei fattori antropici che insistono su questa risorsa quali l’agricoltura, i siti contaminati. Demandando al 22 marzo per un approfondimento su altri aspetti.
Il Piemonte è occupato per circa il 49% del suo territorio dai rilievi montuosi delle Alpi e degli Appennini. Questa sua struttura morfologica favorisce l’intensificazione delle precipitazioni che a loro volta determinano fenomeni di allagamento nelle aree fluviali, di piene torrentizie e l’innesco di frane lungo i versanti.
Analizzando i dati storici del periodo 1850-2000, la regione è statisticamente colpita in settori diversi da eventi alluvionali con ricorrenze medie di un evento ogni 18 mesi circa.
Nel 2013 si sono registrati due eventi meteo pluviometrici di elevata intensità: l’evento del 15-19 maggio e l’evento del 24-26 dicembre, con un valore di pioggia cumulata medio su tutta la regione di circa 100 mm in 3 giorni.
Il 2014 è stato il terzo più piovoso a partire dal 1958. Nel corso dell'estate si sono verificati ben 7 eventi temporaleschi con effetti al suolo e nell'autunno, da metà ottobre a inizio dicembre, si sono susseguiti 4 eventi meteorologici con effetti al suolo.
Il territorio regionale è altresì soggetto a terremoti generalmente di modesta intensità ma di notevole frequenza. Nel corso del 2013 la rete sismica regionale ha rilevato 1.824 sismi di magnitudo locale maggiore o uguale a 1.
Consumo di suolo
Il suolo è uno dei beni più preziosi dell’umanità. Consente la vita dei vegetali, degli animali e dell’uomo sulla superficie della Terra.
Così cita la Carta europea del Suolo del 1972. Da allora il valore di questa risorsa non è cambiato ma ogni anno ne vengono perduti milioni di ettari per le cause più diverse tra le quali emergono principalmente l’espansione delle città, l’erosione, la deforestazione e l’inquinamento.
In Piemonte, così come nel resto delle regioni europee, sono tanti i fattori che incidono sul degrado del suolo e che concorrono a renderlo vulnerabile. Negli anni passati e recenti si è assistito ad un suo uso intenso a seguito di fenomeni di urbanizzazione diffusa che hanno interessato anche suoli di elevata capacità produttiva dal punto di visto agro-silvo-pastorale.
Nel territorio piemontese il consumo di suolo ha raggiunto l’8% nel 2013, di cui il 5% è suolo a elevata potenzialità produttiva - ossia di suolo appartenente alla I, alla II e alla III classe di capacità d’uso - con oltre 11.000 ettari consumati tra il 2008 e il 2013.
Monitoraggio della qualità del suolo
La rete di monitoraggio dei suoli è costituita da 373 stazioni su maglia sistematica 9x9 km, realizzata su tutto il territorio piemontese, e 3x3 km o 1,5x1,5 km in aree caratterizzate da problemi rilevanti di contaminazione diffusa del suolo.
Il campionamento dei suoli è effettuato a più profondità e per ogni campione prelevato sono analizzati più di 70 contaminanti.
I risultati delle analisi evidenziano tre forme di contaminazione diffusa differenti per origine e intensità.
- Contaminanti di prevalente origine naturale: metalli pesanti (Cromo, Nichel, Cobalto, Arsenico, Vanadio) e metalloidi (Arsenico) che presentano aree critiche molto estese e ben delimitate sul territorio, con concentrazioni medie e valori di fondo molto elevati rispetto ai limiti di legge. Ad esempio le elevate concentrazioni di Cromo, Nichel e Cobalto riscontrate prevalentemente nelle zone del Canavese, Torinese e Alessandrino, sono attribuibili in prevalenza alla presenza di affioramenti di rocce ultramafiche naturalmente ricche di questi elementi.
- Contaminanti di prevalente origine antropica: metalli pesanti (Piombo, Rame, Zinco, Antimonio, Stagno, Berillio) che presentano aree critiche di dimensioni ridotte con concentrazioni elevate. L’origine dell’inquinamento diffuso è attribuibile a deposizioni atmosferiche (traffico stradale, riscaldamento domestico, attività industriali, inceneritori ecc.) e attività legate all’agricoltura intensiva (utilizzo di concimi, fitofarmaci, fanghi di depurazione, liquami zootecnici ecc.
- Contaminanti organici: Diossine - furani (PCDD/DF), policlorobifenili (PCB) e idrocarburi policiclici aromatici (IPA) di origine prevalentemente antropica (combustioni di idrocarburi, attività industriali, incenerimento di rifiuti ecc.). Presentano forme lievi di contaminazione diffusa su tutto il territorio con concentrazioni medie e valori di fondo ampiamente al disotto dei limiti di legge.
I contaminanti presenti nel suolo possono essere pericolosi anche in concentrazioni molto basse sia per la salute umana, perché sono assorbiti dai prodotti coltivati, sia per l’ambiente. Inoltre la presenza contemporanea di più contaminanti al suolo può determinare effetti di interazione e amplificare il loro effetto negativo.
Quali sono i principali fattori antropici che influenzano lo stato della risorsa suolo?
- Un fattore considerevole è senz’altro l’agricoltura. Negli ultimi anni, l’introduzione dei mezzi meccanici e delle sostanze chimiche di sintesi ne ha modificato il volto, trasformandola in pochi decenni in un’attività di produzione di tipo quasi industriale. Questo fenomeno ha portato a una vera e propria trasformazione nell'utilizzo del suolo: da un lato si ritrovano terreni pianeggianti, occupati da colture intensive impoverite dal punto di vista ecologico, dall’altro i sistemi marginali con la loro biodiversità naturale, agraria, culturale, ormai in via di estinzione, destinati alla lenta ricolonizzazione che però difficilmente ritornerà a buoni livelli di biodiversità e stabilità ecologica.
L’utilizzo prolungato in agricoltura di concimi, antiparassitari, liquami zootecnici e fanghi di depurazione delle acque, inoltre, porta al suolo metalli pesanti e altre sostanze nocive che con il tempo possono raggiungere concentrazioni rilevanti.
- Un altro fattore sono i siti contaminati. Attualmente i siti censiti in Piemonte sono 1.455. La provincia di Torino, in rapporto all’estensione, concentrazione e qualità delle attività insediate possiede da sola quasi la metà dei siti presenti in banca dati; a seguire Novara e Alessandria.
La famiglia di contaminanti principalmente responsabile della contaminazione dei suoli è senza dubbio rappresentata dagli idrocarburi, seguita dalla combinazione contaminanti inorganici più idrocarburi e dai soli contaminanti inorganici.
- Inoltre le attività industriali, il traffico automobilistico, gli impianti di produzione energetica e di trattamento dei rifiuti, il riscaldamento domestico e tante altre attività umane, immettono nell’atmosfera inquinanti che si depositano al suolo e permangono per lunghi periodi prima di essere degradati o trasportati dall’acqua.
L'appuntamento è tra un mese con la seconda parte della tematica Territorio.