5. Limiti e avvertenze di utilizzo

Considerato che le problematiche maggiori per la rete ecologica si osservano nelle aree più antropizzate, che per il territorio piemontese coincidono in buona parte con le aree di pianura, la fascia pedemontana ed i principali fondovalle, la metodologia sopra descritta è stata sviluppata in funzione degli habitat e delle specie di riferimento presenti in questi ambiti territoriali e trova pertanto applicazione in aree poste indicativamente al di sotto degli 800 m s.l.m.. Per le aree a quote più elevate (che presentano caratteristiche orografiche ed ecologiche peculiari e difficilmente  integrabili  le aree a quote inferiori) potrà essere definita in futuro una specifica metodologia.

Si evidenzia infine che la metodologia descritta è stata realizzata attraverso la raccolta e l'organizzazione di banche dati e basi cartografiche già esistenti, con limiti intrinsecamente legati al loro aggiornamento  e al non sempre adeguato contenuto informativo. Pertanto, eventuali analisi di dettaglio (per esempio nell'ambito della pianificazione locale) dovranno necessariamente essere accompagnate da una verifica puntuale delle indicazioni fornite, al fine di verificare eventuali imprecisioni nella localizzazione geografica e/o nella classificazione dell’oggetto ambientale censito.

Come già affermato nel capitolo 3 la base dati di partenza è costituita dal Land Cover Piemonte (LCP) 2010, al momento delle prime sperimentazioni del metodo la cartografia a copertura regionale più aggiornata in relazione all’uso del suolo; dal momento che è già disponibile la Base Dati Territoriale di Riferimento degli Enti, una base dati geografica vettoriale del territorio piemontese con un grado di aggiornamento maggiore, si provvederà a riapplicare il metodo alla nuova base dati.

 

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