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Rischi naturali in Piemonte

18 ottobre 2016

Il Piemonte, situato al margine occidentale della pianura padana è occupato per circa il 49% del suo territorio dai rilievi montuosi delle Alpi e degli Appennini, che lo delimitano su tre lati come un arco.

Il territorio, per le sue caratteristiche geologiche e per il regime climatico a cui è esposto, presenta un assetto geomorfologico in rapida evoluzione: i versanti dell'arco alpino sono particolarmente soggetti allo sviluppo di fenomeni franosi di grandi dimensioni caratterizzati da meccanismi di tipo complesso e di crolli diffusi. La Collina di Torino e l'ampia zona collinare appenninica sono sottoposte a fenomeni di scivolamento che tendono ad evolvere in colamenti lenti. Viceversa la zona delle Langhe piemontesi per la peculiare struttura geologica è soggetta in modo predominante a scivolamenti di tipo planare. In tutti gli ambienti le coperture superficiali sono sottoposte a fenomeni di colamento rapido, specie in occasione di eventi meteorologici intensi.

Analizzando i dati storici del periodo 1850-2000, la regione è statisticamente colpita in settori diversi da eventi alluvionali (intendendo come tali quelli che interessano almeno due bacini idrografici) con ricorrenze medie di un evento ogni 18 mesi circa.

In Piemonte ci sono circa 36.000 frane censite nel Sistema Informativo FRAne in Piemonte (SIFraP) gestito da Arpa. Il SIFraP nasce come estensione del Progetto IFFI (Inventario dei Fenomeni Franosi in Italia), realizzato tra il 2002 e il 2005, nonché come sviluppo dell'ultraventennale patrimonio di conoscenze del Centro Regionale per le Ricerche Territoriali e Geologiche nel campo dei fenomeni franosi.

Un esempio delle schede descrittive dei fenomeni franosi nel SIFraP: la frana di Bellino (CN), Pleyne

L'abitato di Pleyne, posto sul versante sinistro idrografico 60 metri più in alto del Torrente Varaita, è situato sul piede di una grande frana il cui coronamento è localizzato in corrispondenza del Passo del Puntet, ad una quota superiore di oltre 1.000 metri. La parte inferiore del dissesto, sulla quale è posizionato l'abitato, attraversata dalla Strada Provinciale 105, è nota nei documenti d'archivio come "Frana di Pleyne"; si tratta del settore con maggiori evidenze di movimento dovute ad attivazioni entro materiali disaggregati appartenenti all'accumulo della frana principale, favorite dallo scalzamento al piede da parte del corso d'acqua principale.

Le notizie storiche relative agli ultimi 100 anni testimoniano di danni gravi alla parte orientale della frazione con distruzione di un'abitazione, ripetute lesioni ad edifici pubblici e privati, ad opere di consolidamento, alla viabilità, a terreni e colture.

Il movimento continua ad essere settorialmente e saltuariamente attivo; sono possibili attivazioni più estese e rapide per eventi idrometeorologici importanti. Il sito di monitoraggio è attrezzato dal 1999 con inclinometri, che hanno registrato deformazioni attive a 19 e 30 m di profondità, mentre i rilievi topografici sono effettuati dal novembre 2006.

 

BANCA DATI PROCESSI ED EFFETTI

La Banca Dati Processi ed Effetti contiene informazioni relative a dissesti fluviali, fluvio-torrentizi e di  versante recenti e storici. I dati derivano dal rilevamento e dalle osservazioni dirette dei processi di instabilità naturali in atto effettuati a partire dalla fine degli anni '70 e dai  dati storici tratti da documentazione archivistica, fonti specialistiche, pubblicazioni  scientifiche, articoli di giornale, cronache locali e perizie tecniche.  Nel grafico sono rappresentati i processi/effetti dei principali eventi alluvionali divisi per tipologia.

FOCUS SU ALCUNI DEI PRINCIPALI EVENTI ALLUVIONALI DELL'ULTIMO SECOLO

Evento alluvionale 2-3 novembre 1968 

Nei giorni del 2-3 novembre del 1968 vaste zone del biellese, e in particolare i bacini del Fiume Sesia e del Torrente Cervo, furono colpite da un evento alluvionale. Sommersi interi paesi nella sola Valstrona l'alluvione causò 58 morti. Distruzione di edifici e fabbriche così che molte aziende dovettero ricorrere alla cassa integrazione.

Per approfondimenti consulta la Relazione di evento


Evento alluvionale 5-6 novembre 1994  

Nei giorni 5 e 6 novembre 1994 le province di Cuneo, Torino, Asti e Alessandria furono pesantemente colpite da un violento evento alluvionale che causò l'esondazione dei fiumi Po, Tanaro e molti loro affluenti (in particolare il torrente Belbo, importante affluente di destra del Tanaro), causando 70 vittime e 2.226 sfollati.

Per approfondimenti consulta la Relazione di evento

 

Evento alluvionale 13-16 ottobre 2000 
L’evento dell’ottobre 2000 colpì l’intero Piemonte e particolarmente le province di Torino, il Verbano-Cusio-Ossola e, in misura minore, l’area astigiana. In quell’occasione furono coinvolti sia i territori montani, con frane e violenta attività torrentizia (su asta e conoide), sia vaste aree di pianura con estese esondazioni dai corsi d’acqua maggiori. Gli allagamenti provocati dal Po e dalla Dora Baltea, più gravi di quanto atteso secondo la valutazione storico-probabilistica e conseguenti ipotesi pianificatorie, hanno imposto la modifica delle fasce fluviali, con particolare attenzione ai “limiti di progetto”, tracciati propedeutici alla progettazione delle opere di difesa idraulica. 

Per approfondimenti consulta la Relazione di evento


IL SISTEMA GIS 3D DI ARPA PIEMONTE 

Geo3D è il nuovo strumento di consultazione dei dati ambientali in un contesto geografico tridimensionale fortemente foto realistico generato dalla fusione di dati altimetrici e immagini aeree ad alta risoluzione disponibili su ambito regionale e transfrontaliero (Italia-Francia-Svizzera).  

Nella figura un esempio di visualizzazione 3D del territorio, con i dati del SIFraP,  nella zona del fenomeno franoso della cresta Sud del M. Rocciamelone, dove nei giorni scorsi è stata realizzata, nell'ambito del progetto europeo ALCOTRA I-F "PrévRiskHauteMontagne", la stazione di monitoraggio multiparametrico.

Per approfondimenti consulta il documento sul Monitoraggio geotermico e termico della Cresta sud del Monte del Rocciamelone

e la relativa notizia sulla nuova stazione di monitoraggio al Rocciamelone 

Consulta il servizio Geo3D di Arpa Piemonte 

 

 

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