La qualità dell'aria a Torino nel 2016. Primi dati
Il 5 dicembre scorso, nel dare notizia della pubblicazione del rapporto “Uno sguardo all’aria -2015”, veniva evidenziato che fino al 24 novembre sul territorio della Città metropolitana di Torino il 2016 era risultato per il PM10 uno degli anni migliori dall’inizio del suo monitoraggio, anche in conseguenza di una meteorologia sino ad allora particolarmente favorevole. L’ultima parte dell’anno è stata invece caratterizzata – come peraltro è tipico di tutta la pianura padana nei mesi freddi - da valori di PM10 elevati e persistenti nel tempo, tanto da far attivare i provvedimenti previsti dal protocollo regionale antismog; gli indicatori di legge a fine anno sono di conseguenza significativamente peggiorati.
Una prima valutazione dei dati, da considerare indicativi in quanto non ancora sottoposti a tutti e tre i livelli di validazione previsti dal Sistema Gestione Qualità di Arpa, mostra in ogni caso che per il particolato atmosferico è continuato anche nel 2016 il trend favorevole: per la prima volta la media annuale di PM10 è inferiore a 40 mg/m3 (valore limite di legge) in tutti i punti di misura con la sola eccezione della stazione da traffico di Torino - Grassi (che raggiunge comunque il valore più basso di sempre, 42 mg/m3) mentre il valore limite del PM2.5 è superato in due soli punti di misura, entrambi da traffico (Torino - Rebaudengo e Settimo T.se), facendo del 2016 il secondo miglior anno dall’inizio della misurazione di questo parametro dopo il 2014, quando una sola stazione aveva superato il limite.
Rimane invece ancora critico su gran parte del territorio il valore limite giornaliero del PM10 (50 mg/m3 da non superare per più di 35 giorni all’anno) che, pur in presenza di una diminuzione significativa del numero di giorni di superamento, è rispettato solo nelle zone rurali e di valle. Anche in questo caso la stazione peggiore nel 2016 è stata Torino - Grassi, con 89 giorni di superamento.
Un altro indicatore critico è il valore limite annuale del biossido di azoto (40 mg/m3 ); in questo caso il superamento è limitato ai soli punti di misura in zone a traffico elevato . Il valore più alto è stato misurato a Torino - Rebaudengo (70 mg/m3), che è anche l’unico punto di misura in cui non è rispettato il valore limite orario dello stesso inquinante (200 mg/m3 da non superare per più di 18 ore l’anno); da notare che 21 delle 28 ore di superamento del 2016 si sono verificate nel solo mese di dicembre.
L’ozono si conferma anche nel 2016 l’inquinante la cui criticità è la più diffusa sul territorio: nei mesi estivi – quelli in cui questo inquinante raggiunge i valori più elevati – tutti i punti di misura, con la sola eccezione di Susa, hanno superato il valore obiettivo per la protezione della salute, che viene calcolato sulla media degli ultimi tre anni.
Ricordiamo che nel mese di febbraio sarà disponibile come di consueto l’anteprima del rapporto annuale “Uno sguardo all’aria - 2016” che conterrà tra l’altro anche un’analisi dei dati del benzo(a)pirene, l’unico inquinante che negli ultimi anni ha presentato un aumento dei valori.