Progetto Interreg Italia-Svizzera "Reservaqua"
Aggiornamento marzo 2023
Il Dipartimento Rischi Naturali ed Ambientali di Arpa Piemonte è partner del progetto europeo “Reservaqua” approvato nell’ambito del primo bando del Programma Interreg V-A Italia-Svizzera (Asse 2 - Valorizzazione del patrimonio naturale e culturale, 2.1 - Aumento delle strategie comuni per la gestione sostenibile della risorsa idrica).
Il progetto della durata di 45 mesi (luglio 2019 - marzo 2023) è guidato dalla Regione Valle d’Aosta e dal Cantone Vallese. Oltre ad Arpa Piemonte, gli altri partner italiani sono: la Fondazione Montagna Sicura di Courmayeur (AO), l’Arpa Valle d’Aosta, l’Institut Agricole Regional di Aosta e il Politecnico di Torino. I partner svizzeri sono: il Servizio per l’agricoltura del Cantone Vallese e il CREALP (Centre de recherche sur l'environnement alpin di Sion - Vallese).
Premessa
In alcune stagioni dell'anno, le Alpi forniscono alle pianure fino al 90% di acqua in Europa. L'acqua che proviene dalle Alpi rappresenta quindi una risorsa strategica per mantenere adeguate condizioni di vita alle popolazioni europee e per le numerose attività e filiere socio-economiche che dipendono da essa. Negli ultimi anni, questo prezioso patrimonio è sempre più minacciato: siccità, deterioramento delle qualità delle acque, aumento demografico e della richiesta, sono solo alcune delle conseguenze e degli impatti legati alle diverse attività dell'uomo. Per contrastare le minacce al patrimonio idrico i partner italiani e svizzeri hanno analizzato il contesto territoriale transfrontaliero ed hanno identificato alcune criticità:
- non esiste un’adeguata conoscenza delle reali risorse idriche utilizzate, ma neanche delle potenziali riserve stoccate e non ancora sfruttate nell'ambito alpino;
- manca una diffusa cultura dell'acqua, soprattutto in relazione ai cambiamenti climatici in atto;
- non vi sono strumenti comuni e condivisi di indirizzo politico per la gestione della risorsa idrica in ambito transfrontaliero.
Fonte: USGS, Public domain, https://www.usgs.gov/special-topics/water-science-school/science/il-ciclo-dellacqua-water-cycle-italian
Obiettivi
Il Progetto pone come sfida comune lo sviluppo di una strategia di gestione integrata delle regioni montane e degli spazi rurali al fine di garantire per il futuro un utilizzo sostenibile ed una tutela qualitativa della risorsa idrica alpina, anche a beneficio delle pianure. Gli obiettivi specifici sono:
- miglioramento delle conoscenze sulla disponibilità e sull'utilizzo effettivo della risorsa idrica, anche attraverso l'armonizzazione dei database esistenti;
- diffusione di una cultura dell'acqua, attraverso l'impiego di tecniche di comunicazione innovative;
- messa a punto di strumenti di indirizzo politico per la gestione della risorsa idrica.
Attività principali
Le attività sono suddivise in 5 Work Package (WP):
- WP1 - Coordinamento e gestione.
- WP2 - Comunicazione: iniziative di informazione sulla risorsa idrica, azioni pilota di educazione e promozione di centri tematici, ciclo di eventi transfrontalieri.
- WP3 - Analisi delle risorse idriche disponibili sul territorio transfrontaliero: capitalizzazione e sviluppo dei dataset disponibili e sviluppo di strumenti GIS evoluti di supporto alle decisioni a valenza transfrontaliera; elaborazione di un modello del territorio 3D per la gestione sostenibile della risorsa idrica in relazione ai cambiamenti climatici.
- WP4 - Ottimizzazione dell'uso della risorsa idrica nel settore agricolo: gestione, misurazione e studio delle modalità di quantificazione del costo ambientale dell'acqua ad uso agricolo, casi studio.
- WP5 - Prospettive per una gestione sostenibile della risorsa idrica in ambiente alpino: approfondimento sulle normative e sulle disposizioni vigenti a livello europeo in materia di razionale utilizzo delle risorse idriche con particolare riferimento alle modalità di quantificazione del costo ambientale del bene Acqua, codifica di politiche partecipate per la gestione della risorsa idrica, elaborazione di strumenti e di atti di indirizzo da sottoporre alle autorità di governo per garantire l'utilizzo sostenibile delle risorse idriche.
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Principali attività di Arpa Piemonte
Modello 3D geologico/idrogeologico
Permafrost e risorse idriche: il caso studio dei rock glacier
Indagini geofisiche sui rock glacier delle alpi piemontesi
Analisi chimiche delle acque legate al permafrost
Modello 3D geologico/idrogeologico
L’acqua che proviene dalle montagne non è solamente immagazzinata sotto forma di neve o di ghiaccio. Gli ammassi rocciosi sono in grado essi stessi di contenere grandi quantità di acqua! Comprendere questa realtà non è intuitivo. A prima vista la roccia appare ai più come un qualcosa di compatto, inadatto ad immagazzinare l’acqua. Nondimeno, grazie alle fratture e alle faglie che li intersecano, nei massicci rocciosi l’acqua s’infiltra a profondità ben superiori a 1 km, come ben sanno i progettisti di tunnel o miniere, che raramente vengono realizzati in rocce prive di acqua. Lungo le fratture e le faglie, le acque possono percorrere molti km attraverso le rocce prima di venire a giorno, alimentando sorgenti, corsi d’acqua e falde acquifere di fondovalle.
È per questo motivo che, tra le attività di base di RESERVAQUA, riveste particolare importanza la conoscenza approfondita della struttura geologica della catena montuosa alpina nel territorio transfrontaliero d’interesse. Nell’ambito del WP3 è prevista l’elaborazione a cura dell’Università Milano Bicocca di un modello geo-idrologico 3D transfrontaliero, basato sui dati messi a disposizione del partenariato su scala sovra-regionale con la finalità di integrare le conoscenze disponibili.
Elaborazione del modello 3D geologico (fonte: Università Milano Bicocca). Carta geologica 2D posizionata su DTM nel settore tra Val Ferret (Ovest) e Valtournenche (Est) (Valle d’Aosta) con sovrapposte le sezioni geologiche a passo ravvicinato che consentono di ricostruire il modello 3D.
Elaborazione del modello 3D geologico (fonte: Università Milano Bicocca). Carta geologica 2D posizionata su DTM nel settore tra Valpelline e St. Barthélémy (Valle d’Aosta). Sono evidenziate le principali strutture fragili (aree in rosso) rappresentate come piani emergenti dal rilievo.
Il progetto mira a stimolare la condivisione e la diffusione dei dati di base nel campo dell'acqua con l'obiettivo di sviluppare un modello geo-idrologico concettuale rappresentativo di questo settore alpino e delle sue risorse idriche. Quindi, è stato creato un catalogo di dati, il cui scopo è elencare i dati di base necessari per raggiungere gli obiettivi del progetto. Su questa base, è stato effettuato un inventario con ciascun partner delle tre regioni interessate dal progetto.
Sulla base delle informazioni raccolte, la valorizzazione del database è stata effettuata attraverso la costituzione di un catalogo di carte tematiche. Queste diverse mappe confluiscono in un atlante cartografico RESERVAQUA che offre una prima sintesi delle conoscenze di base disponibili alla scala dell'area di studio. Ad oggi, l'atlante è composto da cinque mappe tematiche che coprono le seguenti categorie: 1) acque meteoriche, 2) acque superficiali, 3) acque sotterranee e 4) gestione delle risorse idriche.
Principali tematiche e mappe derivate dall'atlante RESERVAQUA.
Per garantire la condivisione e la diffusione dei vari prodotti sviluppati nell'ambito del progetto RESERVAQUA, è attualmente in fase di implementazione un portale geografico RESERVAQUA. Una versione beta è già disponibile al seguente indirizzo: https://reservaqua.crealp.ch/
Tale portale faciliterà la consultazione online delle mappe dell'atlante RESERVAQUA e dei prodotti cartografici che saranno derivati dai modelli geo-idrologici concettuali 3D. Garantirà inoltre la sostenibilità delle informazioni oltre il periodo del progetto e dovrebbe facilitare il mantenimento di una collaborazione attiva tra le varie autorità cantonali e regionali che producono e utilizzano i dati.
Screenshot del portale geografico RESERVAQUA.
Permafrost e risorse idriche: il caso studio dei rock glacier
Tra gli obiettivi principali di Arpa Piemonte nell’ambito del progetto Reservaqua, grande importanza riveste la comprensione ed il miglioramento delle conoscenze dei sistemi idrogeologici in alta quota, in particolare di quelli connessi al permafrost. L’attenzione è dedicata in particolare ai rock glacier: corpi detritici semoventi contenenti ghiaccio.
Il rock glacier è un elemento geomorfologico caratteristico dell’ambiente periglaciale costituito da una forma di accumulo di clasti eterometrici (corpo detritico), più o meno allungata, generata da un flusso lento lungo il versante del detrito e del ghiaccio in esso contenuto (come ghiaccio sedimentario e/o ghiaccio interstiziale). Il rock glacier è un indicatore morfologico del permafrost.
Ortofoto tratta dal Geoportale di Arpa Piemonte del rock glacier del Vej del Bouc (Entracque, CN), delimitato in giallo. Ben evidenti la forma lobata e allungata del corpo detritico e le depressioni arcuate nella parte frontale (direzione di movimento verso Nord-Ovest).
Sezione schematica di un rock glacier (Schaffer et al., 2019, modificato). In questa immagine è possibile osservare la complessità dell’acquifero costituito da detriti di diverse dimensioni (da ciclopici, in superficie, a sabbioso-limosi, più in profondità) all’interno del quale l’acqua si trova sia allo stato liquido che solido. La riserva di acqua solida è in genere conservata come ghiaccio interstiziale all’interno del permafrost.
Nelle Alpi piemontesi sono stati censiti oltre 430 rock glacier, il 30% dei quali considerati attivi, cioè contenenti ghiaccio; la quota minima di queste forme attive è mediamente attestata intorno ai 2300 m. Arpa Piemonte ha intrapreso da qualche anno alcuni studi di approfondimento su una decina di questi corpi detritici al fine di comprenderne l’evoluzione, la stratigrafia, il contenuto in ghiaccio e la sua evoluzione nel tempo. Gli approfondimenti vengono condotti principalmente attraverso campagne geofisiche (tomografia elettrica, georadar, sismica passiva) con il supporto del Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Pisa e dell’Università dell’Insubria, attraverso campionamenti ed analisi chimiche delle acque (in collaborazione con il CNR-IRSA di Verbania e del DIATI del Politecnico di Torino), effettuando rilievi fotogrammetrici di precisione con sistemi GNSS e APR (in collaborazione con Arpa Valle d’Aosta), monitoraggio in continuo di alcuni parametri chimico-fisici.
Attraverso tali studi si intende giungere ad una valutazione quantitativa e qualitativa della risorsa idrica connessa al permafrost ed in particolare ai rock glacier. Ciò consentirà di valorizzare ed eventualmente tutelare tale risorsa, in funzione anche degli effetti del cambiamento climatico sulla criosfera.
Carta di distribuzione potenziale del permafrost delle Alpi piemontesi, stralcio della provincia del Verbano-Cusio-Ossola (fonte: Arpa Piemonte). In carta sono riportati i rock glacier (puntini rossi) e le principali aree di studio e monitoraggio (VB1: Lago del Sabbione, Formazza; VB2: Passo del Monte Moro, Macugnaga; VC1: Passo dei Salati, Alagna Valsesia). Nei siti VB2 e VC1 sono ubicate anche le stazioni di monitoraggio del permafrost costituite da pozzi profondi 30 m in cui sono inserite le catene termometriche (maggiori dettagli nelle pagine dedicate al monitoraggio del permafrost).
In un lavoro pubblicato su Scientific Reports di Nature (Jones et al., 2018) è stato stimato il potenziale idrico a livello mondiale legato ai rock glacier. Per l’area alpina (“Central Europe” evidenziata in rosso in Tabella 1), la stima valuta tra 2,5 e 3,76 Gt (Giga tonnellate = 109 m3) la disponibilità di acqua equivalente (WVEQ: Water Volume Equivalent) derivante dal ghiaccio contenuto nei rock glacier. Nello stesso lavoro è confrontato questo potenziale in acqua con quello derivante dal ghiaccio contenuto nei ghiacciai (Tabella 2) e per l’area europea (“Central Europe” evidenziata in rosso in Tabella 2) è stimato un rapporto 1:33, cioè i ghiacciai conservano un potenziale idrico 33 volte superiore a quello legato ai rock glacier.
Tabella 1 - Dati derivanti dai database sui rock glacier (RGDB) a livello mondiale (Jones et al., 2018, modificato) in cui sono indicati gli studi pubblicati da cui sono tratte le informazioni, la quantità di rock glacier censiti, le aree e gli equivalenti di volume d'acqua per ogni regione del mondo (RGI region: Rock Glacier Inventory) e su scala globale. I calcoli del volume d'acqua equivalente sono associati a una stima di contenuto di ghiaccio in volume (%), con stime inferiore (40%), media (50%) e superiore (60%) per i diversi tipi di rock glacier (Intact - con giaccio - e Relict – senza ghiaccio -, secondo la classificazione di Barsh, 1996). Nel riquadro rosso è evidenziata l’area Central Europe che comprende la catena alpina. WVEQ = Volume d'acqua equivalente in giga tonnellate (Gt = 109 t = 109 m3).
Tabella 2 - Aree totali di rock glacier e ghiacciai e volumi d'acqua equivalenti a livello regionale e a scala globale (Jones et al., 2018). Vengono inoltre forniti i rapporti di acqua equivalente tra rock glacier e ghiacciai. Per la stima di acqua equivalente per i rock glacier è stato utilizzato il contenuto medio di ghiaccio in volume (50%). Nel riquadro rosso è evidenziata l’area Central Europe che comprende la catena alpina.
Mentre l'idrologia dei ghiacciai è stata a lungo al centro della ricerca scientifica, si sa relativamente poco sull'idrologia del permafrost montano. A differenza dei ghiacciai, dove il ghiaccio è in superficie ed è direttamente influenzato dalle condizioni atmosferiche, il comportamento del permafrost e del ghiaccio sotterraneo è più complesso, poiché altri fattori (come la variabilità granulometrica dei sedimenti, la copertura vegetale o il flusso superficiale delle acque sotterranee) influenzano il trasferimento di calore e le scale temporali su cui si verificano i cambiamenti. Gli effetti del permafrost sui regimi idrici sono stati studiati nelle zone di pianura, con ricerche limitate in montagna. Manca ancora una comprensione di come la degradazione del permafrost e l'associata fusione del ghiaccio in esso contenuto (ove presente) contribuiscano al deflusso nelle regioni montuose. Il permafrost montano, in particolare i rock glacier, è spesso concepito come una riserva idrica con acqua allo stato solido; tuttavia, i tassi di fusione del ghiaccio del permafrost e il contributo ai bilanci idrici raramente sono presi in considerazione. Inoltre, il permafrost ed il ghiaccio in esso contenuto non sono direttamente visibili in superficie; quindi, maggiore è l’incertezza relativa alla loro estensione tridimensionale rispetto a quella relativa ai ghiacciai.
Nello schema proposto da (Arenson et al., 2022) si può osservare come la fusione dei ghiacciai (ghiaccio superficiale) e del ghiaccio sotterraneo (contenuto nel permafrost) legata al riscaldamento atmosferico procedano con velocità differente. Ci sarà, nel prossimo futuro, un momento in cui il regime idrologico nelle aree montane passerà da dinamiche dominate dalla fusione glaciale a quelle dominate dalla fusione del ghiaccio sotterraneo. Nelle Alpi piemontesi, in cui i ghiacciai si sono notevolmente ridotti negli ultimi decenni sia di numero che di estensione/volume, molti bacini sono già condizionati da questa transizione da glaciale a paraglaciale/periglaciale.
Schema che illustra i possibili cambiamenti futuri nei volumi di ghiaccio superficiali e sotterranei (periglaciali) nelle regioni montuose non polari e l'influenza mutevole delle dinamiche glaciali e periglaciali nel tempo. La velocità con cui si verificherà questa transizione varia in modo sostanziale tra le varie regioni montuose (Arenson et al., 2022, modificato).
Indagini geofisiche sui rock glacier delle alpi piemontesi
Per poter comprendere la struttura di un rock glacier, i sedimenti che lo costituiscono e l’eventuale contenuto in ghiaccio, si ricorre ad indagini geofisiche e, in particolare, alla tomografia elettrica (ERT: Electrical Resistivity Tomography) ed al georadar (GPR: Ground Penetrating Radar).
Nell’ambito del progetto Reservaqua, Arpa Piemonte ha affidato al Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Pisa (resp. Prof. Adriano Ribolini) l’incarico di svolgere indagini geofisiche di coperture detritiche in ambiente periglaciale alpino ai fini di individuare la presenza di permafrost e di contribuire allo sviluppo di un protocollo per definire la quantità di acqua equivalente.
Per gli scopi dell’attività sono stati scelti rock glacier nelle Alpi Occidentali, specificatamente il rock glacier Vej del Bouc nelle Alpi Marittime (CN), alcuni rock glacier e aree potenzialmente interessate da permafrost nella zona dell’Alpe Veglia (Valle Cairasca, Alpi Lepontine, VB) e della Val Formazza (VB). Questa attività è in continuità con precedenti studi analoghi condotti sia da Arpa che dall’Università di Pisa nelle Alpi Marittime e nell’area del Monviso.
In particolare, nell’aprile 2021 sono state condotte indagini GPR sui rock glacier Vej del Bouc e de Le Caldaie-Alpe Veglia in cui è stata impiegata una coppia di antenne trasmittente/ricevente operanti a 80 MHz di frequenza centrale. Per dare una idea del lavoro condotto, nel sito del Vej del Bouc, per esempio, è stato realizzato un profilo longitudinale lungo circa 525 m e 7 profili trasversali di lunghezza variabile fra 60 e 80 m. Nella realizzazione dei profili si è cercato di seguire le posizioni dei profili GPR ed ERT precedenti per poter poi confrontare i dati.
In questa fase dell’interpretazione è stato individuato su quasi tutti i profili il limite fra lo strato nevoso e la superficie detritica. Lo spesso della neve è variabile (1-4 m) ed i valori sono coerenti con i sondaggi di verifica effettuati contestualmente all’indagine GPR.
Un secondo orizzonte si sviluppa con spessori da 2 a 5 m che cambiano anche considerevolmente a breve distanza. Il limite inferiore è spesso ondulato tranne che nella porzione mediana del rock glacier dove si presenta planare con solo deboli ondulazioni. Questo orizzonte potrebbe rappresentare lo strato attivo del rock glacier. Il drastico incremento della resistività elettrica riscontrato a profondità variabili fra 5 e 7 m di profondità conferma che si tratta dell’inizio dell’orizzonte detritico ricco in ghiaccio (permafrost).
In definitiva le indagini fin qui condotte sul rock glacier Vej del Bouc (GPR e ERT) consentiranno di raggiungere una stima del volume dell’accumulo detritico caratterizzato dalla presenza di ghiaccio e di valutare il rapporto fra ghiaccio e detrito.
Tracce dei profili geofisici sul sito rock glacier Vej del Bouc (Entracque, CN). In bianco e in giallo le indagini GPR, in rosso la traccia ERT (fonte: Università di Pisa e Arpa Piemonte).
Rock glacier Vej del Bouc: esempio di interpretazione dei dati basata sui risultati dell’indagine GPR e quelli ottenuti attraverso l’indagine ERT (fonte: Università di Pisa).
Analisi chimiche delle acque legate al permafrost
Nell’ambito del progetto Reservaqua, Arpa Piemonte ha affidato all’Istituto Ricerche Sulle Acque del CNR sede di Verbania (CNR-IRSA) il campionamento e l’analisi delle acque in ambienti periglaciali di siti Piemontesi al fine di caratterizzare chimicamente queste acque, definendo anche degli standard operativi utili per chi si occupa di ambienti analoghi.
Sono stati campionati alcuni siti che erano già stati oggetto di indagine nel 2020 e 2021 o per i quali esistono serie pluriannuali di dati nell’ambito di ricerche pregresse del CNR-IRSA. È stato inoltre aggiunto un nuovo sito di studio, per il quale non erano disponibili dati chimici pregressi. È anche proseguita l’attività di inter-calibrazione con i laboratori di ARPA Valle d’Aosta e ARPA Piemonte, allo scopo di confrontare metodiche analitiche e risultati dei laboratori coinvolti nel progetto RESERVAQUA.
Le attività hanno riguardato le seguenti aree di studio:
- Località Le Caldaie, Alpe Veglia (VB): 2 campagne di campionamento ogni anno (dal 2020 al 2022) riguardanti la sorgente proveniente dal Rock Glacier (RG), il lago a valle del RG (Lago Le Caldaie) e il Lago Bianco;
- Sorgente in località Rossetto (Alpe Veglia, VB): 2 campionamenti nel 2022 ed 1 nel 2020. È stato inoltre posizionato e successivamente recuperato un thermistor HOBO con data logger per la misura in continuo della temperatura della sorgente;
- Sorgente rock glacier Vej del Bouc, in Valle Gesso (CN) e Lago Laris, a valle del rock glacier Schiantalà, in Valle Stura di Demonte (CN): 1 campagna di campionamento nel 2021 e nel 2022;
- Sorgente Granero e Lago Lungo, Val Pellice (TO): 1 campagna di campionamento nel 2022;
- Laghi Boden, Val Formazza (VB): 2 campagne di campionamento nel 2020, nel 2021 e nel 2022 riguardanti i due laghi e l’immissario del lago Inferiore, più numerosi campionamenti degli anni precedenti;
- Laghi Gemelli di Ban e Rock Glacier Sabbioni, Val Formazza (VB): 3 campagne di campionamento nel 2022, più numerosi campionamenti degli anni precedenti;
- Sorgente di Prato Ciorliero, in Valle Maira (CN): 2 campioni prelevati nel 2022, 1 campione nel 2021.
I campioni raccolti ed analizzati nel 2021 e nel 2022 sono stati 27/anno. Il volume dei campioni prelevati in tutti i siti è stato di 500 mL o 1 L, mediante bottiglie in PE dedicate. In tutti i punti è stato raccolto separatamente e filtrato sul posto un campione per la determinazione degli elementi in tracce. In ogni punto è stata inoltre misurata la temperatura dell’acqua. I campioni sono stati portati al laboratorio di idrochimica del CNR-IRSA di Verbania e le analisi sono state completate nei giorni immediatamente successivi, con l’eccezione degli elementi in tracce. Le metodiche utilizzate ed i controlli di qualità adottati sono quelli in uso presso il laboratorio e descritti in dettaglio al sito web https://www.idrolab.irsa.cnr.it/. Sui campioni sono state determinate le seguenti variabili: pH, conducibilità, alcalinità, torbidità, principali anioni (SO4, NO3, Cl, F) e cationi (Ca, Mg, Na, K), NH4, N totale, P reattivo e totale, silicati, carbonio organico totale (TOC) ed i principali elementi in tracce. I dati delle analisi svolte sono stati sottoposti ai controlli di qualità interni (bilancio ionico e confronto tra conducibilità misurata e calcolata) e validati.
Nel complesso tutti i campioni analizzati, con l’eccezione della sorgente di Prato Ciorliero (CN), presentano un contenuto di soluti medio basso e le acque, in base ai livelli di nutrienti, possono essere classificate come oligotrofe o ultra-oligotrofe, come tipico di ambienti d’alta quota in aree a basso livello di antropizzazione. Anche il contenuto di TOC, indicativo dell’eventuale presenza di sostanza organica, è risultato basso in tutti i campioni analizzati.
I campionamenti in località Caldaie sono stati svolti in due diversi momenti stagionali, luglio e ottobre. Le misure di temperatura hanno confermato i bassi valori delle acque in uscita dal RG, compresi tra 0,3 e 0,5 °C. Anche il misuratore di temperatura posizionato nella sorgente in località Rossetto per il periodo 2 agosto - 13 ottobre 2022 ha confermato valori bassi e pressoché costanti di temperatura, tra 1,9 e 2, 1 °C.
Alcuni siti sono stati strumentati a partire dal 2020 con sonde multiparametriche per il monitoraggio in continuo di temperatura, conducibilità elettrica e livello delle sorgenti scaturenti da acquiferi in contesto di permafrost. Nel prossimo futuro, dopo un’attenta valutazione dei risultati delle analisi chimiche delle acque, verranno selezionati altri siti di monitoraggio.
Andamento delle concentrazioni di alcune variabili chimiche nella sorgente del sito rock glacier Le Caldaie (Alpe Veglia, Varzo, VB) nel periodo di studio (fonte: CNR-IRSA).
Intercalibrazione
Al fine di standardizzare i metodi di campionamento e di analisi delle acque è stata condotta un’attività di intercalibrazione che ha coinvolto i laboratori di Arpa Piemonte, Arpa Valle d’Aosta e del CNR-IRSA. Nel 2021 è stato selezionato il sito rock glacier di Gran Sometta (conca di Cervinia, AO) e sono state campionate acque in 4 punti diversi. Nel 2022 è stato selezionato il sito rock glacier del Monte Granero (Valle Pellice, TO) con prelievo di acque presso la sorgente che alimenta il Lago Lungo.
L’intercalibrazione ha riguardato sia le varabili chimiche individuate come prioritarie per il progetto (pH, conducibilità, alcalinità, ioni principali) che gli elementi in tracce. Nel 2022, questi ultimi sono stati analizzati anche su un campione sintetico appositamente preparato.
L’esercizio ha mostrato una buona confrontabilità dei dati prodotti dai tre laboratori, confermando l’utilità del confronto reciproco e della condivisione di metodologie e pratiche avviata con il progetto.
Al termine di questa fase di confronto sono stati inclusi, previa validazione, anche i dati derivanti dalle analisi chimiche condotte fino al 2020 sul rock glacier Bonnard (Vallese, CH) dal partner svizzero Crealp. Si è potuto così osservare che:
- l’idrochimica dipende principalmente dalla litologia (natura delle rocce che costituiscono i detriti del rock glacier);
- esiste un contributo abbastanza elevato di N-NO3;
- in generale, ci sono basse concentrazioni di nutrienti, carbonio organico e metalli in tracce;
- complessivamente sono acque di ottima qualità, prive di criticità evidenti.
Localizzazione dei siti rock glacier sottoposti ad analisi chimica delle acque, i cui risultati sono stati utilizzati per il confronto e la caratterizzazione delle acque scaturenti da acquiferi con condizioni di permafrost.
Caratterizzazione geologica dei siti rock glacier sottoposti ad analisi chimica delle acque.
Risultati delle analisi chimiche delle acque campionate nei siti rock glacier selezionati per il confronto nell’ambito del progetto Reservaqua (dati di Arpa Piemonte, Arpa Valle d’Aosta, CREALP, CNR-IRSA; elaborazione a cura del CNR-IRSA).
Prima caratterizzazione idrochimica delle acque campionate nei siti rock glacier selezionati per il confronto nell’ambito del progetto Reservaqua (dati di Arpa Piemonte, Arpa Valle d’Aosta, CREALP, CNR-IRSA; elaborazione a cura del CNR-IRSA).
Maggiori informazioni:
Progetto Interreg Italia_Svizzera Reservaqua
Evento a Verbania del 31 marzo 2023
Il 31 marzo 2023 si è tenuto un evento pubblico trans-frontaliero co-organizzato da Arpa Piemonte e dal CNR-IRSA di Verbania. Qui trovate la notizia pubblicata sul sito di Arpa con il programma. A breve verranno messe a disposizione le slide e la registrazione di alcuni interventi.
Documenti
Rapporto tecnico - Chemical characterization of rock glacier outflows
AQUAFOLIO - Newsletter del Progetto Interreg IT-CH RESERVAQUA
Aquafolio#1_01-2020
Aquafolio#2_02-2020
Aquafolio#3_03-2020
Aquafolio#4_04-2020
Aquafolio#5_01-2021
Aquafolio#6_02-2021
Aquafolio#7_01-2022
Aquafolio#8_02-2022
Entrerai in un mondo di cime innevate e valli ricche d'acqua... Una meraviglia!
Ma... quanto durerà ancora? Dipende anche da te! Preparati ad una esperienza narrativa interattiva e multimediale nella quale avrai la potenza dell'acqua nelle tue mani!
Cosa ne farai? La trasformerai in energia idroelettrica o la incanalerai per l'iirigazione agricola? L'acqua di RESERVAQUA diventerà attrazione per turisti, o una risorsa per la grande industria?
Queste e altre scelte saranno solo tue. Buon divertimento!
Le politiche di gestione delle acque e le conseguenti norme che servono a disciplinare l’utilizzo della risorsa idrica devono prendere in considerazione i seguenti aspetti fondamentali:
1) i differenti utilizzi dell’acqua,
2) la tutela della risorsa idrica e degli ecosistemi ad essa connessi
3) la protezione del territorio dai rischi causati dall’acqua.
L’analisi della situazione attuale nel territorio transfrontaliero piemontese, vallesano e valdostano è effettuata mediante l’utilizzo di apposite SCHEDE ANALISI S.W.O.T. (Strenght/forza, Weakness/debolezza, Opportunity/opportunità, Threat/rischio) sul modello di quelle impiegate per lo sviluppo della Stratégie EAU del Canton du Valais, opportunamente adattate e declinate alle principali tematiche.