La mappa

ultima modifica 5 aprile 2019

Il censimento delle strutture di Epidemiologia Ambientale in Italia viene riassunto in una mappa consultabile all'indirizzo:
https://reteambientesalute.epiprev.it/index.php?mappa

Essa offre una fotografia dei noti della Rete dell'epidemiologia ambientale italiana, permette di conoscere le loro attività e le relative produzioni scientifiche degli ultimi 5 anni (2012-2016), nonché le reti collaborative e i principali progetti.

In Italia il tempo pieno equivalente dedicato esclusivamente all'epidemiologia ambientale è risultato pari a circa 140: è come affermare che in Italia 140 persone si occupano a tempo pieno di epidemiologia ambientale; in maggioranza sono donne, se guardiamo alla composizione per età solo nel 15% abbiamo età inferiore ai 35 anni ed in questo contesto nel 40% dei casi le attività vengono portate avanti da lavoratori con contratti atipici.
Sono oltre 300 i titoli che compaiono sfogliando l’elenco degli articoli e dei rapporti censiti (nel periodo 2012-2016), circa 60 i progetti condotti, di cui un terzo di respiro europeo.
Per alcuni progetti il portale offre una dettagliata descrizione nella sezione STUDI MULTICENTRICI, per facilitare la visualizzazione delle reti collaborative in atto in Italia e del materiale documentale prodotto, articoli, rapporti, siti.
Oltre a centri a valenza nazionale, quali ISS, CNR, ISPRA, sono stati censiti i nodi della rete a livello regionale e locale. La risposta al censimento non è stata omogenea sul territorio nazionale, evidenziando una poco organica attribuzione delle competenze sul tema ambiente e salute sul territorio nazionale. Non è stato possibile individuare in ogni regione l'esistenza di un centro con funzioni regionali che disponesse di risorse dedicate alla epidemiologia ambientale, oppure, che avesse in dote un repertorio tecnico-scientifico riferibile al periodo 2006-2012 sul tema ambiente-salute.
E spesso le reti collaborative instauratesi grazie ai finanziamenti quali i bandi gestiti dal Ministero della Salute, attraverso il CCM, hanno favorito le migliori relazioni atte a superare la disomogenea organizzazione sul territorio, avviando pratiche di sostegno allo sviluppo nelle regioni più arretrate da questo punto di vista.
In alcune regioni sono attive sul tema anche diverse cattedre universitarie, che garantiscono la sorveglianza sanitaria sui determinanti ambientali introducendo elementi di innovazione per quanto riguarda possibili approcci di studio.

Possiamo quindi affermare che il portale offra molti spunti di studio e di ricerca, sia facilmente consultabile (grazie al tutorial iniziale, alla ricerca per parole chiave, alla possibilità di focalizzare la ricerca per area geografica o per nome di progetto / studio multicentrico) e sia contemporaneamente uno strumento valido per valutare la presenza di disomogeneità sul territorio in merito alle risorse dedicate al tema ambiente e salute e alla loro collocazione presso Enti Pubblici a diversa vocazione  (Regioni, ASL, Agenzie Regionali per la Protezione dell’Ambiente o Università….).
La possibilità di aggiornare i contenuti del portale con i risultati che si otterranno dal progetto CCM RIAS, appena finanziato, rende oggi questo strumento ancora più completo e intrigante.

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