I pollini e la pollinosi
ultima modifica 17 novembre 2022
I pollini rappresentano gli elementi maschili (gametofiti maschili) a cui è affidato il compito di fecondare gli ovuli delle piante superiori (Fanerogame o piante a fiore). Le dimensioni dei pollini variano a seconda delle specie di piante, da un minimo di 10 micron come quello delle Urticaceae ad un massimo di 200 micron come quello delle Pinaceae (200 micron equivalgono a 0,2 millimetri). Gli allergeni sono contenuti nell'intina e nei granuli di amido.
Fattori che influenzano la presenza di polline in atmosfera
- le condizioni climatiche del periodo che precede la fioritura perché condizionano la data di inizio del fenomeno
- le condizioni meteorologiche (vento, turbolenza dell'aria, pioggia, umidità ed irraggiamento) perché influiscono sulla fluttuazione della concentrazione atmosferica del polline
La pollinosi è una malattia allergica dovuta all’inalazione di pollini, particelle trasportate dal vento anche a notevoli distanze dai luoghi dove sono prodotti. I sintomi più comuni sono rappresentati da riniti, congiuntiviti e talvolta da asma bronchiale. Le pollinosi hanno un decorso tipicamente stagionale ed in rapporto al loro periodo di insorgenza vengono distinte in pre-primaverili, primaverili ed autunnali:
- precoci, pre-primaverili (pollinosi emergenti) da alberi: Cupressacee, Betullacee e Corylacee
- primaverili o primaverili-estive (frequenti) da Graminacee, Parietaria, Oleacee
- estivo-autunnali da pollini di Composite
Per quanto riguarda l’insorgenza delle pollinosi tipiche del periodo inverno-primavera, il maggior contributo è dato dalle piante arboree con i pollini di Betulla (specie nel Nord Italia), Nocciolo e Cipresso. Per quanto riguarda le pollinosi classiche di primavera (febbre da fieno) queste sono dovute principalmente alle piante erbacee come le Graminacee che comprendono numerosi generi con alto potere allergizzante e le Composite (Artemisia e Ambrosia). Infine, particolare interesse dal punto di vista allergenico rivestono le Urticacee sia per la loro diffusione sia per la frequenza con la quale generano manifestazioni asmatiche. La diagnosi di pollinosi può essere fatta mediante le classiche prove allergologiche o nei casi dubbi, mediante un esame del sangue noto con la sigla RAST. Gli accertamenti diagnostici sono importanti sia per individuare i tipi di pollini responsabili dei disturbi e quindi per scegliere la terapia più adatta sia per la diagnosi differenziale con patologie che presentano una sintomatologia analoga, ma provocate dalla polvere di casa, dai peli e dalle forfore di animali, da molte spore fungine ecc. La terapia delle pollinosi si avvale di cure "specifiche" e "aspecifiche". Le prime si basano soprattutto sull'uso di estratti biologici con effetto iposensibilizzante detti impropriamente vaccini anti allergici. A scopo profilattico possono essere anche consigliati, quando è possibile, brevi soggiorni in clima marino durante il periodo stagionale, poiché al mare la concentrazione atmosferica dei pollini è relativamente bassa. Sono da evitare le gite in campagna durante i periodi di pollinazione. Le cure "aspecifiche" si basano sull'impiego di farmaci capaci di controllare le reazioni allergiche e adeguati alle necessità di ridurre sintomi oculari, nasali e/o respiratori.Spesso è necessario usare più farmaci per ridurre i sintomi.
a cura Dr. Maurizio Galimberti specialista in Allergologia e Immunologia clinica
Nell'ambito del programma di monitoraggio di Arpa Piemonte vengono rilevati i pollini appartenenti a varie famiglie:
1) Aceraceae
2) Betulaceae
4) Compositae
5) Ambrosia
7) Cupressaceae - Taxaceae
8) Fagaceae
9) Gramineae
10) Oleaceae
11) Pinaceae
12) Plantaginaceae
13) Platanaceae
14) Polygonaceae
15) Salicaceae
16) Ulmaceae
17) Urticaceae