- Info
Cave - miniere
DPSIR |
Determinante |
Descrizione |
L’indicatore riporta il numero di cave e miniere attive presenti nel territorio regionale a seconda del litotipo e per provincia, fornendo informazioni sull’utilizzo delle risorse minerarie del sottosuolo, non rinnovabili |
Riferimento normativo |
RD 29 luglio 1927, n. 1443 e s.m.i, LR 22 novembre 1978 n. 69 e s.m.i, LR 40/1998 (la maggioranza delle cave e tutte le miniere sono sottoposte a Valutazione di impatto ambientale), DLgs 30 maggio 2008 n. 117 (gestione dei rifiuti che derivano dall’attività estrattiva). Le attività estrattive (cave e miniere) sono inoltre frequentemente poste in aree soggette a vincoli pubblicistici (idrogeologici e paesaggistici), pertanto i progetti sono sottoposti alle relative procedure autorizzative |
Obiettivi normativi |
Assoggettamento dello svolgimento dell'attività estrattiva (apertura e coltivazione di cave) all'ottenimento di preventiva autorizzazione e obbligo di recupero ambientale dei siti. Verifica e approvazione di progetti di coltivazione mineraria e di recupero ambientale al fine di salvaguardare gli interessi pubblici elencati dall'art. 7 della LR 22 novembre 1978 n. 69 e s.m.i. e più in generale preventiva valutazione degli impatti derivanti dalle cave/miniere e dalle loro pertinenze |
Fonte dati |
Regione Piemonte - Banca dati Attività Estrattiva, Direzione Attività produttive |
Unità di misura |
numero |
Copertura temporale |
2010 |
Commenti |
Durante la collisione tra le due zolle continentali paleo-europea e paleo-africana, all’origine dell’attuale configurazione della catena alpina il metamorfismo ha modificato, ma non cancellato, le caratteristiche delle rocce che anticamente appartenevano ai due margini continentali e alla crosta oceanica fra loro interposta. Esse, conservano traccia delle loro origini e provenienza. Nella porzione di Alpi Cozie compresa tra Val di Susa e Valle Po, affiorano alcuni dei complessi litologici più interessanti.
I litotipi più diffusi presenti nell’area di indagine sono gneiss (es. la Pietra di Luserna, divisibile in lastre) e micascisti, marmi (es. i marmi di Rocca Bianca, in alta Val Germanasca). Si riscontano anche depositi minerari la cui formazione è ascrivibile all’attività idrotermale legata alla formazione della crosta oceanica, mineralizzazioni note come pirite e calcopirite della Val Germanasca e del Beth in Val Troncea.
Altri importanti giacimenti sono quelli di talco e grafite, il talco, la cui genesi non è del tutto chiarita, è diffuso in Val Sangone, Val Pellice attraverso le Valli Chisone e Germanasca; le mineralizzazioni di grafite sono invece presenti in molte località delle Valli Pellice, Germanasca e Chisone. Le attività legate alla lavorazione della pietra, le cui antiche origini sono conseguenti alla natura e alla conformazione del territorio, rappresentano una tradizione evidente in Val Chisone e in Val Germanasca. In Val Germanasca, la lavorazione della pietra ha avuto origine nelle antiche cave di marmo di Maiera, da cui arriva anche il marmo utilizzato per la costruzione del Duomo di Torino. In Val Chisone, invece, hanno un ruolo importante le cave di granito, da cui proviene il granito utilizzato per la realizzazione del Forte di Fenestrelle. In queste valli hanno avuto origine capolavori artistici quali parti del Teatro Regio di Torino e persino il monumento all'Indipendenza di Lagos, la capitale della Nigeria. Altra grande unica particolarità è legata alla trasformazione del talco minerale tipico della Val Germanasca, dove viene chiamato pietra dolce, morbido e bianco. Per quanto concerne i comuni di pianura trattasi di estrazione di sabbia e ghiaia a ridosso dei corpi idrici. |
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