UNITO e Arpa per il supporto nella mappatura dei manufatti contenenti amianto negli edifici dell'Università
La convenzione
L'Agenzia Regionale per la Protezione ambientale del Piemonte (ARPA) ha avviato dal 2012 il censimento dei manufatti contenenti amianto sull'intero territorio regionale ed è interessata ad acquisire il maggior numero di informazioni sulla diffusione dei materiali con fibre di asbesto, soprattutto nel caso di edifici di proprietà pubblica e ad uso collettivo con alta frequentazione.
Dal 2013 l'Università di Torino ha deciso di proseguire e completare censimento e mappatura dei MCA negli edifici di proprietà ed ha chiesto supporto tecnico scientifico ad Arpa Piemonte, in virtù dell'esperienza in materia maturata fin dalla metà degli anni Novanta dalla struttura specialistica dell'Agenzia Centro Ambientale Amianto.
Nella convenzione firmata oggi dal Rettore dell'Università di Torino, prof. Gianmaria Ajani e dal Direttore Generale di Arpa Piemonte, Ing. Angelo Robotto è previsto che il Centro Ambientale Amianto di Arpa Piemonte effettui sopralluoghi negli edifici, con campionamenti ed analisi dei materiali sospetti, nonché provveda a censire gli stessi su scheda appositamente predisposta, conforme a quella già utilizzata nei censimenti regionali richiesti anche da INAIL.
Arpa Piemonte fornirà inoltre supporto al personale dell'Università nella redazione del documento finale di censimento/mappatura, nella predisposizione dei piani di manutenzione e controllo, nelle forme di trattamento dei materiali. Sono altresì previsti corsi di formazione rivolti al personale dell’Università che collaborerà con l'Agenzia ambientale o effettuerà in prima persona le suddette attività, nonché monitoraggi di fibre aerodisperse, con misurazioni in microscopia elettronica, laddove si rendessero necessari.
“La firma di questa convenzione sottolinea quanto la sicurezza per chi studia e per chi lavora nel nostro Ateneo sia una priorità – dichiara il Rettore dell’Università di Torino, Gianmaria Ajani – L’accordo con l’Arpa sancisce una collaborazione tra due enti del territorio per l’obiettivo comune di prevenire ed eliminare danni e rischi a tutela della salute e dell’ambiente. I corsi di formazione previsti dalla convenzione rappresentano poi l’occasione di un alto scambio professionale che confluisce nell’impegno condiviso della ricerca e del monitoraggio, aspetti fondamentali per garantire la sicurezza ai nostri studenti e al nostro personale e a tutti i cittadini”.
“La presenza di materiali contenenti amianto in un edificio non comporta di per sé un pericolo per la salute degli occupanti - spiega il Direttore Generale Arpa Angelo Robotto - Se invece il materiale viene danneggiato per interventi di manutenzione o per vandalismo, si verifica un rilascio di fibre che costituisce un rischio potenziale. Per questo è indispensabile conoscere lo stato dei manufatti contenenti amianto. L'accordo firmato oggi con l'Università è fondamentale in questo percorso. La collaborazione tra i due enti porterà a un censimento preciso dell'amianto negli immobili dell'Ateneo nell'ottica che la conoscenza è il primo fondamentale passo verso la prevenzione e la protezione dell'ambiente. L'iniziativa si ispira ad una logica di sensibilizzazione e di collaborazione tra Pubbliche Amministrazioni nella quale l'obiettivo strategico e prioritario dell'eliminazione del rischio per la salute concorre alla possibile e mera censura dell'inadempimento normativo che non comporta in modo diretto e immediato l'eliminazione del pericolo”..
“La firma di questo protocollo tra enti piemontesi è un importante supporto e un'ulteriore conferma del lavoro che la Regione, anche tramite Arpa, porta avanti da tempo nella lotta all'amianto. Conoscere e controllare lo stato degli edifici è fondamentale per la salute dei cittadini e per avere una situazione sempre più capillare e aggiornata della presenza dell'amianto - sottolinea l'Assessore all'Ambiente della Regione Piemonte Alberto Valmaggia - L'impegno che mettiamo nella ricerca, nel censimento, nella bonifica porta e porterà il Piemonte ad essere un punto di riferimento e di supporto a livello nazionale. Il Comitato Strategico sull'amianto riunitosi di recente a Casale Monferrato, oltre all'impegno concreto che si sta prendendo nei confronti del territorio di Balangero, sono esempi concreti di un priorità su cui non possiamo soprassedere. Oltre a questo, la Regione Piemonte è impegnata nella richiesta allo Stato della possibilità di sforamento dal patto di stabilità per tutti quei Comuni interessati da opere di bonifica”
La convenzione ha durata triennale, con possibilità di rinnovo qualora si verificasse la necessità di un proseguimento delle indagini.
L'amianto
L'amianto è un minerale naturale. Si ottiene a seguito di un'attività estrattiva e il suo nome deriva dalla parola Asbesto il cui significato è "che non si spegne mai". L'inizio dello sfruttamento industriale dell'amianto può essere collocato nell'ultimo decennio del XIX secolo, ma la produzione di amianto, a livello mondiale, ha subito un incremento significativo a partire dalla seconda guerra mondiale.
Sono innumerevoli le applicazioni tecnologiche degli amianti: in letteratura si citano da 3000 a 5000 diverse possibilità d'impiego. I settori interessanti sono stati quello edile, industriale, navale e ferroviario, nonché nella produzione di beni di consumo. Nel 1977 nel mondo, ne venivano estratti più di 5.000.000 di tonnellate. È inoltre nota la commercializzazione di indumenti di protezione, tra cui si evidenziano guanti, tute, grembiuli, cappucci, pantaloni, giacche. In Italia nel 1992 viene vietata l'attività di estrazione, importazione ed esportazione, produzione e commercializzazione dell'amianto e dei prodotto contenenti amianto. La Legge 27 marzo 1992 n. 257 e successivamente il Decreto Ministeriale 14 dicembre 2004 hanno messo al bando l’amianto. Oggi rimangono i problemi legati allo stato di conservazione ed alla bonifica dei materiali contenenti amianto (MCA) messi in opera prima del divieto L’amianto rappresenta un pericolo quando esiste la possibilità che le fibre di cui è costituito siano inalate a seguito della manipolazione, lavorazione o degrado dei manufatti che lo contengono. Il rischio d’inalazione è strettamente legato alla friabilità del materiale, pertanto, gli MCA vengono classificati come friabili e compatti. A tal proposito è necessario che il proprietario dell'immobile e/o il responsabile dell'attività che vi si svolge predisponga il “Programma di controllo dei materiali di amianto in sede - Procedure per le attività di custodia e di manutenzione ” previsto dal Decreto Ministeriale 06/9/94.