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Un bilancio sul controllo degli agenti fisici tra nuove tecnologie e scenari futuri

9 giugno 2016

Si sono chiusi ieri i lavori del convegno nazionale Il controllo degli agenti fisici: ambiente, territorio e nuove tecnologie organizzato da Arpa Piemonte in collaborazione con l’Associazione Italiana di Radioprotezione (AIRP) ad Alessandria presso il Dipartimento di Scienze e Innovazione Tecnologica dell’Università del Piemonte Orientale.

 

La sesta edizione ha visto una tre giorni molto intensa con un susseguirsi di sessioni e interventi. Complessivamente hanno partecipato più di 250 professionisti ed esperti provenienti dalle Agenzie ambientali, Università, Istituti Nazionali di Ricerca, Centri di ricerca di realtà industriali e Dipartimenti di Prevenzione delle ASL, sono stati presentati 112 lavori, di cui 53 con comunicazioni orali e 59 con poster.

foto d'Amore

Per toccare con mano il clima che si è respirato in questi giorni abbiamo intervistato Giovanni d’Amore, responsabile del Dipartimento Radiazioni di Arpa Piemonte che ha sede a Ivrea (TO).

 

 

Come giudica l’andamento del convegno?

Il giudizio è senz'altro positivo. La partecipazione non è stata solo numerosa ma anche molto qualificata. Le presentazioni hanno dato luogo a vivaci dibattiti e stimolanti confronti tra esperienze diverse.
Il buon esito di questo evento, ormai consolidato, ci incoraggia a confermarlo come un appuntamento periodico per tutti i colleghi che lavorano in questo settore.

Ora a lei e ai colleghi che hanno partecipato al convegno la domanda farà sorridere. Tuttavia non tutti condividono le vostre conoscenze. Prima di entrare più nel merito degli interventi ci può raccontare cosa sono gli agenti fisici? Perché si chiamano così?

In via generale possiamo definire l’agente fisico come quel fattore, governato da leggi fisiche, che determina immissione di energia in ambiente potenzialmente nociva per la salute umana. Esemplificando, gli agenti fisici comprendono le diverse tipologie di radiazioni, quali le radiazioni ionizzanti, le radiofrequenze, la radiazione ultravioletta e le onde acustiche che generano rumore e disturbo. Anche particelle materiali quali le polveri sottili, che contribuiscono all’inquinamento atmosferico, possono essere considerate in questa categoria di inquinanti. Insomma tutto ciò che si propaga e interagisce con l’ambiente secondo ben precise leggi fisiche è riconducibile agli “agenti fisici”.

Quali sono le competenze che occorrono per svolgere il suo lavoro e quello dei suoi collaboratori?

Seguendo le considerazioni fatte per la domanda precedente, sicuramente sono necessarie competenze fisiche di base. Occorrono poi competenze specifiche sulle tecniche di misura per le diverse tipologie di agenti fisici considerati e sui modelli teorici di propagazione della radiazione e degli inquinanti in atmosfera. La necessità di approfondire e sviluppare le problematiche richiede, di fatto, una specializzazione in alcuni dei diversi temi riguardanti gli agenti fisici.

Rispetto alle Agenzie ambientali, è una tematica affrontata da tutte?

Sì in tutte le Agenzie esistono professionisti esperti nel settore degli agenti fisici. Temi quali l’esposizione a radon, a campi elettromagnetici e all’inquinamento acustico sono comuni a tutti i territori regionali e richiedono la presenza di Agenzie in grado di controllare e monitorare questi agenti fisici. Certo, anche per questi temi esistono specificità legate al territorio. Ad esempio, il Piemonte è una delle cinque regioni italiane, insieme a Emilia Romagna, Lazio, Campania e Basilicata, dove sono presenti impianti nucleari e l’unica che ospita tutti gli impianti del ciclo del combustibile nucleare: dalla produzione delle barre di combustibile, alla produzione di energia elettrica e al riprocessamento del combustibile irraggiato. È quindi naturale che sul tema del controllo e monitoraggio della radioattività e dei siti nucleari, ci siano in Arpa Piemonte competenze specifiche che non sono presenti in tutte le Agenzie ambientali.

Esistono gruppi di lavoro a livello nazionale?

All’interno del sistema delle Agenzie ambientali c’è una buona circolazione di informazioni su tutti i temi degli agenti fisici anche tramite appositi gruppi di lavoro. Si tratta di gruppi che, oltre al confronto e all’approfondimento di alcune problematiche, possono dare luogo anche a vere e proprie attività di supporto di alcune Agenzie a favore di altre per rendere sempre più uniformi le modalità di intervento sul territorio nazionale.

Veniamo al convegno. Quali sono gli aspetti più innovativi proposti durante le sessioni?

Non è facile tirare le somme di un evento che affronta temi diversi, ciascuno con le sue specificità.
Fattore comune ai diversi temi è sicuramente quello dell’evoluzione normativa che, attualmente, riguarda i campi elettromagnetici, l’inquinamento acustico e la radioattività delle acque potabili. Si tratta di novità normative di recente o prossima introduzione, dovute spesso a recepimenti di direttive europee, che determinano la revisione dei limiti o di alcune modalità di controllo e valutazione degli inquinanti.

Può fare un esempio?

Il recepimento della direttiva europea 51/2013 sulla tutela della popolazione dalle sostanze radioattive presenti nelle acque potabili ha portato ad una riduzione dei livelli di screening di radioattività rispetto a quelli fino ad ora adottati. La conseguenza è, ovviamente, quella di un cambiamento delle strategie di monitoraggio della radioattività nelle acque potabili. Sono proprio le ricadute dell’evoluzione normativa sulle modalità di controllo che hanno portato, come si è visto nel corso dei lavori congressuali, ad un forte dibattito che ha coinvolto soprattutto i tecnici delle Agenzie per l’ambiente e di istituti centrali deputati all’emanazione di linee guida applicative quali Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) e ISS (Istituto Superiore di Sanità).

Il titolo stesso del convegno parla di nuove tecnologie. Di cosa si tratta?

Sono stati presentati diversi lavori sull’uso di app per smart phone finalizzate a valutare o misurare agenti fisici. Come ad esempio la app per la valutazione dell’esposizione a campi elettromagnetici emessi dal telefonino, quella per l’utilizzo dello smart phone come un fonometro per misurare l’inquinamento acustico e, infine, la app che consente, grazie alla trasmissione delle informazioni ad un server remoto, la generazione di mappe acustiche in tempo reale.

Altri esempi di utilizzo di tecniche di monitoraggio innovative sono stati l’utilizzo di droni per la ricerca di materiale radioattivo disperso nell’ambiente e quello di strumenti satellitari per il monitoraggio della composizione dell’atmosfera, per citarne solo alcuni, ovviamente.

Ulteriore elemento innovativo è rappresentato dall’utilizzo di sistemi web-gis con mappe tridimensionali per l’analisi territoriale e la rappresentazione dei risultati delle attività di monitoraggio e controllo. Si tratta di strumenti che potenziano non solo la capacità di conoscenza del territorio ma anche le modalità di comunicazione dei dati ambientali.

Qual è il futuro di questa attività?

Il tema del controllo e monitoraggio ambientale è sempre più all’ordine del giorno anche dell’agenda politica. È imminente l’emanazione di una nuova legge sul sistema delle agenzie ambientali che ha lo scopo di migliorare il coordinamento sul territorio nazionale e istituire dei livelli essenziali nei servizi erogati dalle Agenzie stesse.
Il futuro sarà quindi determinato da una richiesta di dati ambientali sempre più capillare e adeguata per rispondere alle esigenze di conoscenza ambientale su cui si basano le decisioni politiche e le strategie di governo del territorio.

Lo sviluppo tecnologico ci consente di raggiungere livelli di rilevazione di alcuni inquinanti ambientali inimmaginabili fino a pochi anni fa, e nuovi strumenti e tecniche di monitoraggio consentono l’acquisizione e la rappresentazione di un gran numero di dati in tempi relativamente brevi. Tutto questo non può che portare ad una sempre maggiore efficienza nelle azioni di controllo e monitoraggio sul territorio. Ovviamente tutto questo ha anche un costo, rappresentato dalla strumentazione e dalla formazione del personale che, si spera, possa essere compatibile con il trend di riduzione di risorse registrato negli ultimi anni verso questo settore.

 

I lavori sono stati raccolti in Atti del convegno Il controllo degli agenti fisici: ambiente, territorio e nuove tecnologie, 6-8 giugno 2016, Alessandria, Arpa Piemonte

Consulta i lavori delle SESSIONI PLENARIA E TEMATICHE

Consulta i lavori della SESSIONE POSTER

Consulta gli atti separati per sessioni

Per approfondimenti sul tema degli agenti fisici è possibile consultare le sezioni dedicate sul portale dello Stato dell’ambiente in Piemonte.

 

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