Un bilancio delle nevicate in Piemonte nel fine settimana
A partire dal pomeriggio di giovedì 8 febbraio, una vasta area depressionaria, centrata ad ovest delle isole britanniche, si è gradualmente portata col suo bordo più meridionale fin verso le coste nordafricane, convogliando sul Piemonte umide correnti sudoccidentali che hanno determinato un progressivo peggioramento del tempo, con le prime piogge sparse dalla serata.
Già dalle prime ore di venerdì 9 febbraio le correnti, di libeccio in quota e meridionali negli strati più bassi dell’atmosfera, hanno subito una decisa intensificazione in corrispondenza dell’ingresso del fronte perturbato sul Mediterraneo occidentale, apportando quindi maltempo diffuso, con precipitazioni più intense e persistenti sull’alto Piemonte e sui settori di confine con la Liguria, mentre la pianura e collina tra basso Torinese, Cuneese ed Astigiano sono stati interessati da fenomeni a carattere sparso e meno intensi, venendosi a trovare in parziale ombra pluviometrica, date le caratteristiche delle correnti in quota.
Nel corso della giornata di sabato è proseguita questa fase perturbata: le correnti in quota sono gradualmente ruotate da sudest e dai quadranti orientali nei bassi strati atmosferici, determinando in questo caso precipitazioni moderate o forti diffuse anche sulle zone parzialmente in ombra pluviometrica il giorno precedente. Sabato sera, la perturbazione si è poi mossa verso est-sudest lasciando spazio ad un graduale miglioramento a partire dalle vallate del Cuneese.
Le precipitazioni, più intense sullo spartiacque ligure e sui settori settentrionali, hanno causato proprio sabato sera i maggiori incrementi di livello sui torrenti Erro ed Orba, nell’Alessandrino, e su Terdoppio e Cervo, nella pianura Novarese-Vercellese, con valori comunque inferiori rispetto alla soglia di guardia e già in diminuzione nella giornata di domenica.
Le nevicate sui settori alpini nella giornata di venerdì sono state generalmente deboli o al più solo localmente moderate sui settori settentrionali oltre i 1400-1600 m. Nel corso della giornata di sabato, in relazione all’aumento dell’intensità, la quota neve è scesa generalmente in tutti i settori fino a 1200-1400 m, arrivando localmente a quote 800-1000 m in corrispondenza dei picchi più intensi e delle valli più strette. Gli apporti sono stati moderati o temporaneamente forti sui settori settentrionali e meridionali di confine.
Monte Albergian e Cristove, Val Chisone 11 febbraio 2024
Complessivamente a circa 2000 m di quota, i quantitativi registrati fino alla mattina di domenica sono stati di 30-50 cm sui settori settentrionali e meridionali con punte di 60cm su Alpi Pennine e Graie, 20-30 cm sulle Alpi Cozie.
Da domenica mattina forti venti da nordovest hanno interessato i settori alpini con un importante rimaneggiamento della neve recente e conseguente formazione di diffusi lastroni di piccole e medie dimensioni. Sono state registrate valanghe spontanee di piccole e medie dimensioni, dove gli apporti sono stati maggiori (sui settori settentrionali e meridionali) localmente si sono verificate valanghe anche più grandi.
Il pericolo valanghe è arrivato al 3-Marcato in quota in tutti i settori sia per il distacco spontaneo che provocato.
Uno sguardo ai prossimi giorni
Fino alla giornata di giovedì, la progressiva rimonta di un promontorio di alta pressione sull’Europa sudoccidentale garantirà condizioni in prevalenza stabili, con velature in transito che a tratti potranno risultare spesse, locali foschie e banchi di nebbia sulle pianure orientali nelle prime ore di domani e venti di foehn nelle vallate alpine nordoccidentali e settentrionali tra la tarda serata odierna e metà giornata di domani.
La quota dello zero termico è prevista in progressivo rialzo da domani fino a portarsi diffusamente oltre i 3000 m nella giornata di giovedì.
Grazie alle condizioni meteorologiche in miglioramento, si assisterà ad una graduale diminuzione del pericolo valanghe per un aumento della stabilità del consolidamento del manto nevoso.