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Termovalorizzatore di Torino: non destano preoccupazioni i livelli di bioaccumulo di diossine e PCB nei residenti

1 marzo 2019

A tre anni dall’avvio dell’impianto non destano preoccupazioni i livelli di bioaccumulo di PCDD (policloro-dibenzo-p-diossine), PCDF (dibenzofurano policlorurato) e PCB (policlorobifenili) nei residenti intorno all’inceneritore di Torino.

Sono queste le principali conclusioni riportate sul decimo report SPoTT, presentato al Comitato Locale di Controllo sul Termovalorizzatore di Torino nella seduta di venerdì 22 febbraio. I risultati sono relativi ai prelievi effettuati nel giugno 2016, tre anni dopo l’entrata in funzione dell’impianto, su un campione di circa 100 persone residenti in Torino e in alcuni comuni limitrofi (Orbassano, Rivalta, Grugliasco, Beinasco). In più sono stati coinvolti anche 13 allevatori con aziende situate in un raggio di 5 Km intorno all’impianto. Nel giugno del 2013, subito prima dell’entrata in funzione, si era svolto il primo controllo.

Confrontando i cittadini che abitano nelle aree più vicine all’inceneritore con quelli più lontani, non ci sono differenze statisticamente significative per PCDD, PCDF e PCB. Mentre, guardando l’andamento del tempo di queste sostanze, si osserva una loro diminuzione nei tre anni presi in esame.

Gli allevatori, come già nel 2013, confermano livelli più alti rispetto ai residenti, ma anche in questo caso c’è stata una diminuzione nel tempo.

Lo stato di salute generale, valutato attraverso un’ampia serie di esami ematochimici e urinari, risulta analogo tra i due gruppi coinvolti nello studio.

Durante i controlli sono state poste anche alcune domande sulla percezione del rischio: i residenti più vicini all’impianto si ritengono mediamente più a rischio per alcune patologie e mostrano una preoccupazione maggiore per la gestione dei rifiuti. Il personale sanitario resta il riferimento più affidabile per acquisire informazioni sulla salute e sull’ambiente.

Il Programma SPoTT, nei suoi primi 5 anni di attività, ha permesso di aumentare le conoscenze scientifiche sull’impatto che la combustione controllata dei rifiuti può avere sulla salute della popolazione ed ha contribuito a creare un clima di dialogo tra la cittadinanza e le principali istituzioni coinvolte. Per questo motivo è stato proposto, e avallato dal Comitato Locale di Controllo, di proseguire lo studio fino al 2022.

Gli ultimi risultati dei prelievi effettuati all’interno del Programma SPoTT, sui livelli di metalli, PCB e diossine riscontrati nelle persone campionate, saranno illustrati in un’assemblea pubblica mercoledì 20 marzo alle 20,30 alla Cascina Roccafranca a Torino.

 

SPoTT è il sistema di sorveglianza sulla salute progettato e condotto dai Servizi di epidemiologia regionali, Arpa Piemonte, ASL TO3, ASL Città di Torino e Istituto Superiore di Sanità, coordinato dalla Dr.ssa Antonella Bena del Servizio di Epidemiologia dell’ASL TO3

 

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