Termovalorizzatore di Torino: ecco gli ultimi risultati del programma SPoTT
Analogamente a quanto accaduto con i metalli, anche gli idrossi-IPA (i metaboliti dei più noti idrocarburi policiclici aromatici) sono complessivamente diminuiti dopo 3 anni dall’avvio dell’impianto di incenerimento del Gerbido.
Sono questi i risultati riportati nell’ultimo rapporto SPoTT, l’undicesimo, appena pubblicato (www.dors.it/spott).
SPoTT è il sistema di sorveglianza sulla salute coordinato dalla dott.ssa Antonella Bena del Servizio di Epidemiologia dell’ASL TO3 e progettato e condotto dai Servizi di epidemiologia regionali, Arpa Piemonte, ASLTO3 – Dipartimento di Prevenzione, ASL Città di Torino e Istituto Superiore di Sanità. Si tratta di uno studio unico in Italia, nato nel 2013 con lo scopo di valutare l’eventuale assorbimento di sostanze potenzialmente nocive da parte dei residenti nelle aree circostanti il termovalorizzatore di Torino. Tra i suoi obiettivi, ha previsto l’attuazione di un programma di biomonitoraggio.
Quello di oggi rappresenta il terzo step di analisi su campioni biologici, dopo quello del 2013, ovvero subito prima l’accensione dell’impianto, e del 2014, dopo 1 anno dall’accensione. I prelievi di sangue e urine si sono svolti come sempre a giugno, mese in cui gli impianti di riscaldamento sono spenti e inizia a diminuire il traffico veicolare in seguito alla chiusura delle scuole. Ciò per ridurre il più possibile le interferenze di altre fonti di esposizione, che contribuiscono all’inquinamento atmosferico.
Il rapporto descrive i risultati delle analisi svolte a partire dal giugno 2016 sulle urine di 357 residenti e allevatori dell’area intorno all’inceneritore (nei Comuni di Orbassano, Rivalta, Grugliasco, Beinasco) e di un gruppo di torinesi preso per confronto, concludendo che i valori di OH-IPA, a tre anni di distanza dall’avvio del termovalorizzatore, non indicano esposizioni attribuibili alle emissioni dell’impianto. Infatti, i livelli complessivi degli OH-IPA in studio, così come i singoli metaboliti, hanno andamenti simili in entrambe le ASL e un generale trend in diminuzione per quasi tutte le sostanze considerate (fanno eccezione il 3-idrossifenantrene e il 4-idrossifenantrene).
Anche per gli allevatori, nonostante il numero dei soggetti sia limitato, i valori riscontrati sono in linea con quelle ottenute sui residenti.
Nei suoi primi 5 anni di attività, il programma SPoTT ha permesso di aumentare le conoscenze scientifiche sull’impatto che la combustione controllata dei rifiuti può avere sulla salute della popolazione ed ha contribuito a creare un clima di dialogo tra la cittadinanza e le principali istituzioni coinvolte. Per questo motivo è stato approvato il nuovo SPoTT, che proseguirà lo studio fino al 2023, incrementando le proprie attività con altre linee di studio.