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Attuazione dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile

2 gennaio 2019

Il 25 settembre 2015 l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha adottato l’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile, corredata da una lista di 17 obiettivi e 169 sotto-obiettivi che riguardano tutte le dimensioni della vita umana e del Pianeta e che dovranno essere raggiunti da tutti i paesi del mondo entro il 2030.

Con l’adozione dell’Agenda 2030, non solo è stato espresso un chiaro giudizio sull’insostenibilità dell’attuale modello di sviluppo, ma si è superata l’idea che la sostenibilità sia unicamente una questione ambientale, a favore di una visione integrata delle diverse dimensioni dello sviluppo.

Tutti i paesi, tutti i settori (governi, imprese, società civile) e tutte le persone sono chiamate a contribuire allo sforzo di portare il mondo su un sentiero di sostenibilità: per questo l’Agenda 2030 richiede di disegnare processi decisionali e attuativi aperti e partecipati.

I 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (Sustainable Development Goals – SDGs) riguardano tutte le dimensioni della vita umana e del pianeta.

Obiettivi Agenda 2030

 

Quali sono i progressi in Europa?

livello europeo l’Eurostat monitora costantemente e valuta i progressi compiuti dall’Unione europea rispetto ai 17 obiettivi, pubblicando ogni anno uno specifico report.

L'Unione europea ha compiuto progressi verso la maggior parte dei 17 obiettivi negli ultimi cinque anni. L’avanzamento per alcuni obiettivi è stato più rapido che per altri. I progressi più importanti sono stati fatti nel Goal 3 Salute e benessere, seguito dal 4 Istruzione di qualità e dal 7 Energia pulita e accessibile.

Per altri otto Goals si sono compiuti miglioramenti moderati nel corso degli ultimi cinque anni: 11 Città e comunità sostenibili, 12 Consumo e produzione responsabili, 5 Parità di genere, 8 Lavoro dignitoso e crescita economica, 17 Partnership per gli obiettivi, 1 Sconfiggere la povertà e, in misura minore, 15 Vita sulla terra e 2 Sconfiggere la fame.

L’obiettivo 9 Imprese, innovazione e infrastrutture è caratterizzato da un numero uguale di sviluppi positivi e negativi degli indicatori. Al contrario, l'UE sembra essersi allontanata dagli obiettivi di sviluppo sostenibile per il Goal 10 Ridurre le disuguaglianze, a causa del continuo aumento delle disparità di reddito all'interno degli Stati membri.

Per gli obiettivi 6 Acqua pulita e servizi igienico-sanitari, 13 Lotta contro il cambiamento climatico, 14 Vita sott'acqua e 16 Pace, giustizia e istituzioni solide non possono essere calcolate le tendenze a causa di dati insufficienti negli ultimi cinque anni.

Trend obiettivi Agenda 2030

 

Quali sono i progressi in Italia?

In Italia, l’Istat, insieme al Sistan, è impegnata nel monitoraggio dei progressi verso i Sustainable Development Goals, considerando gli indicatori definiti dall’Expert Group insieme ad alcuni indicatori specifici di contesto nazionale, anche derivanti dal framework Bes.

Nel 2018 l’Istat ha prodotto il primo Rapporto sugli SDGs: una descrizione accurata dei processi che hanno condotto alla scelta degli indicatori, una loro descrizione puntuale e una prima analisi delle tendenze temporali e delle interrelazioni esistenti tra i diversi fenomeni.

Inoltre Italia per monitorare tutti gli anni la posizione del nostro paese nel raggiungimento dei 17 obiettivi - attraverso l’analisi di una serie di indicatori - è attiva l’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (AsviS).

Segni di miglioramento si registrano, invece, per alimentazione e agricoltura sostenibile (Goal 2), salute (Goal 3), educazione (Goal 4), uguaglianza di genere (Goal 5), innovazione (Goal 9), modelli sostenibili di produzione e di consumo (Goal 12), lotta al cambiamento climatico (Goal 13), cooperazione internazionale (Goal 17) Per le altre quattro la situazione è rimasta invariata: (Goals 6,7,14 e 16).

Il Rapporto Asvis rileva che complessivamente l’Italia è un po’ in affanno nella sfida dello sviluppo sostenibile. E anche negli ambiti in cui si registrano miglioramenti, a meno di immediate azioni concrete e coordinate, sarà molto difficile rispettare gli impegni presi dal nostro Paese il 25 settembre del 2015, all’Assemblea Generale dell’Onu, con la firma dell’Agenda 2030.

Quali sono i progressi in Piemonte?

Il Rapporto, AsviS oltre a fotografare la situazione italiana, analizza per la prima volta l’evoluzione delle regioni italiane rispetto al raggiungimento degli Obiettivi dell’Agenda 2030.

Per il Piemonte, tra gli anni 2010-2016,  quasi tutti gli indicatori evidenziano una situazione migliore, anche se talvolta di poco, rispetto alla media nazionale.

Alcuni indicatori si distaccano maggiormente in senso positivo come quelli del Goal 1 (Povertà), del 2 (Alimentazione), 5 (Parità di genere), 6 (Acqua e servizi igienico-sanitari), 7 (Energia pulita e accessibile), 9 (Imprese, innovazione e infrastrutture), 10 (Disuguaglianze).

Da segnalare in particolare la Parità di genere (Goal 5) che ha una crescita tra il 2014 e il 2016 alimentata da un numero maggiore di donne laureate, da aumenti più alti per le donne della speranza di vita in buona salute alla nascita e del tasso di occupazione.

Per quanto riguarda le disuguaglianze (Goal 10), l’andamento è migliore in Piemonte, in particolare a partire dal 2014, grazie a un aumento del reddito familiare per il 40% più povero della popolazione e di quello medio disponibile pro capite. Per il Goal 6 (Acqua e servizi igienico-sanitari) si registra nel 2016 una situazione migliore rispetto a quella nazionale, determinata da una maggiore quota percentuale dei carichi inquinanti confluiti in impianti secondari o avanzati rispetto ai carichi complessivi urbani generati.

Al contrario, la salute (Goal 3) mostra una tendenza dapprima altalenante e in seguito decrescente, causata da valori maggiori rispetto a quelli italiani del tasso standardizzato di mortalità e del consumo di alcol.

 

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