Tu sei qui: Home / Notizie / Studio propedeutico alla definizione dei valori di fondo antropico dei solventi clorurati maggiormente presenti nelle acque sotterranee del Piemonte

Studio propedeutico alla definizione dei valori di fondo antropico dei solventi clorurati maggiormente presenti nelle acque sotterranee del Piemonte

17 dicembre 2020

Arpa Piemonte ha collaborato insieme a Regione Piemonte alla realizzazione dello “Studio propedeutico alla definizione dei valori di fondo antropico dei solventi clorurati maggiormente presenti nelle acque sotterranee della Regione Piemonte”; tale studio è stato realizzato in attuazione del D.lgs. n. 152/2006 e delle direttive 2000/60/CE, Direttiva Quadro sulle Acque - DQA e 2006/118/CE, quest’ultima specifica sulle acque sotterranee.

Alla scala della rete di monitoraggio regionale il quadro della contaminazione consente di evidenziare un’incidenza più o meno significativa sul corpo idrico sotterraneo (GWB) inteso come porzione delimitata degli acquiferi superficiali o profondi, definito ai sensi della Direttiva Quadro sulle Acque. A livello di singolo sito contaminato, per contro, non sono in generale disponibili strumenti per approfondire le cause di eventuali concentrazioni riscontrate in ingresso, in senso idrogeologico, al sito oggetto di indagine. Nell’ambito del presente studio si sperimenta la possibilità di agire ad una scala intermedia tra il monitoraggio delle acque a livello regionale e quello del singolo sito contaminato, con un duplice obiettivo:

-       a scala regionale: prevenire il peggioramento della qualità del corpo idrico sotterraneo;

-       a scala locale: stabilire il limite di intervento da adottare nei singoli siti contaminati presenti all’interno dell’area di studio.

 

Viene definito “Inquinamento diffuso”, la contaminazione e/o le alterazioni chimiche, fisiche o biologiche delle matrici ambientali determinate da fonti diffuse e non imputabili ad una singola origine” (art. 240 comma 1 lett. r, D.lgs. 152/06). La disciplina degli interventi di bonifica e ripristino ambientale per le aree caratterizzate da inquinamento diffuso, ascrivibile ad una “collettività indifferenziata”, è assegnata alle Regioni, che adempiono al compito loro assegnato attraverso la stesura di appositi piani di gestione (art. 239, comma 3 D.lgs. 152/06).

La disciplina dell’inquinamento diffuso è trasversale a diversi ambiti normativi:

 

  • La Parte III – (Sezione II “Tutela delle acque dall’inquinamento”) del D. Lgs. 152/06: prende in esame la problematica dei corpi idrici particolarmente compromessi prevedendo che le Regioni possano stabilire obiettivi meno rigorosi nei casi in cui l'acquifero abbia subito gravi ripercussioni in conseguenza dell'attività umana che rendano impossibile o economicamente insostenibile ottenere un significativo miglioramento dello stato di qualità o una proroga dei tempi per il raggiungimento degli obiettivi.
  • Il D. Lgs. n. 30/2009, ha tra gli obiettivi la definizione dello stato chimico (SC) di ciascun corpo idrico sotterraneo (GWB). Per la definizione dello SC le regioni adottano gli standard di qualità ambientale definiti a livello comunitario e i valori soglia stabiliti a livello nazionale, fatto salvo che possono essere ridefiniti dalle regioni limitatamente alle sostanze di origine naturale sulla base di valori di fondo naturale definiti dalle regioni stesse.
  • D. Lgs. 16 gennaio 2008 n. 4 art. 2 comma 43 (collegato del D. Lgs. 152/2006 Parte IV Titolo 5) prevede valori superiori alle CSC per la bonifica delle acque sotterranee in caso di fondo naturale più elevato o di modifiche allo stato originario dovute all'inquinamento diffuso, ove accertati o validati dalla Autorità pubblica competente.

 

L’attività è stata condotta in due fasi: nella prima è stato effettuato uno screening delle aree critiche per presenza di solventi clorurati su tutto il territorio regionale ed è stato definito un metodo di comparazione dei dati raccolti e sistematizzati che ha consentito di scegliere due aree pilota.

Nella seconda sono state studiate in dettaglio le due aree prescelte, collocate rispettivamente in Provincia di Biella e in una porzione dell’Area Metropolitana di Torino.

 notiziaDBA1

In particolare sono state realizzate campagne di monitoraggio delle acque sotterranee, ed approfonditi altri elementi del modello concettuale: conoscenze pregresse, elementi idrogeologici, uso del territorio, pressioni potenziali.

I risultati delle campagne di monitoraggio evidenziano in entrambe le aree di studio la presenza diffusa di due tipologie di contaminanti: tetracloroetilene, talora associato ai suoi prodotti di degradazione (tricloroetilene, ecc) imputabile al comparto industriale e cloroformio, afferente perlopiù al comparto urbano.

E’ stato quindi definito un modello concettuale della contaminazione diffusa e sono state proposte stime dei valori di fondo antropico su porzioni di area per questi contaminanti.

I valori ad oggi proposti hanno una valenza metodologica. Il loro utilizzo a scopo pianificatorio soprattutto nell’area metropolitana di Torino, necessita di una estensione dello studio stesso alla restante porzione del territorio.

DBAnotizia2

In sintesi, dal confronto delle risultanze degli studi condotti nelle due aree, emergono differenze tra l’area di Biella e quella di Torino rispetto alle contaminazioni derivanti da insediamenti industriali (tetracloroetilene ed affini) e similitudini rispetto alla contaminazione da triclorometano di origine prevalentemente urbana.

Per approfondimenti

Il 23 novembre 2020 Arpa Piemonte ha organizzato un webinar per presentare i risultati dello studio inerente l’inquinamento diffuso delle acque sotterranee: le slide presentate

 

archiviato sotto: , ,
 

via Pio VII, 9 - 10135 Torino - tel. 011 1968 0111 fax 011 1968 1471 - Partita IVA 07176380017 - protocollo@pec.arpa.piemonte.it