Rocciamelone: misure di controllo sulla cresta sud
Venerdì 23 novembre 2012 Arpa Piemonte ha eseguito misure su alcuni strumenti posti a controllo dell’evoluzione del fenomeno franoso che interessa la cresta Sud del Monte Rocciamelone.
Tale fenomeno è inserito nella Rete Regionale di Controllo dei Movimenti Franosi (ReRCoMF) gestita dal dipartimento Geologia e Dissesto ed è monitorato tramite una rete di 16 capisaldi GPS distribuiti sul corpo di frana e 6 basi distanziometriche installate per la verifica dell’apertura delle fratture presenti lungo la cresta.
Il sistema di controllo, installato dai tecnici del dipartimento, si è reso necessario in quanto durante l’autunno del 2006 è stata rilevata la formazione di fessure parallele alla linea di cresta, seguite da un crollo principale il 26 dicembre e da crolli minori nei giorni successivi. L’area di invasione degli accumuli ha interessato il versante occidentale del Rocciamelone fino al Pian Marderello (quota 2100 - 2400 m s.l.m.).
Il fenomeno si è riattivato nella primavera 2007 con crolli saltuari, per proseguire durante l’estate con crolli pressochè giornalieri. Attualmente risulta particolarmente attivo il settore di cresta posto fra le quote 3150 e 3200 m.
Gli strumenti della rete di controllo sono distribuiti tra i 2830 ed i 3330 m di quota; in occasione della recente campagna di misure alcuni erano coperti da uno strato di neve di circa 30 cm di spessore.
L’intervento, effettuato con la collaborazione di una guida alpina e di un tecnico del Soccorso Alpino e Speleologico Piemontese, è consistito nella misura dei 6 capisaldi maggiormente significativi e di una delle basi distanziometriche. Il confronto delle nuove risultanze strumentali con i dati pregressi permetterà di fare valutazioni sull’evoluzione nel tempo del fenomeno franoso. La relazione tecnica con l’interpretazione dei dati verrà trasmessa alle Amministrazioni comunali interessate ed agli Uffici regionali territorialmente competenti.
Nel corso dei rilievi sono state effettuate alcune misure termometriche in parete ed in fessura utilizzando termometro a contatto e termocamera, per rilevare la distribuzione areale e/o verticale della temperatura degli ammassi rocciosi. Tali misure, già condotte in passato nello stesso sito, sono funzionali ad uno studio di fattibilità per la realizzazione di un sistema di monitoraggio termico della roccia interessata dal dissesto, mirato ad analizzare le relazioni tra evoluzione della deformazione ed effetto termico sulla stabilità degli ammassi rocciosi in condizioni di permafrost o soggetti a cicli di gelo-disgelo.
Informazioni di dettaglio sulla frana sono contenute nella scheda di III livello del Sistema Informativo Frane di Arpa Piemonte (SIFraP).