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Il primo Rapporto Ambiente SNPA, alcune specificità ed eccellenze del Piemonte

29 marzo 2018

È stato presentato a Roma a Montecitorio il 20 marzo scorso il primo Rapporto Ambiente del Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente (RA-SNPA) che unisce al quadro generale aspetti di particolare rilievo locale. 

"Il primo rapporto di Sistema, a poco più di un anno dalla sua nascita, è stata l'occasione per tutte le Agenzie di delineare la situazione ambientale italiana, non come mera sommatoria di più report ma come unione di conoscenze, il valore aggiunto che ha portato il fare rete - sostiene Angelo Robotto, direttore generale di Arpa Piemonte. Il rapporto rappresenta il quadro ambientale complessivo della nostra nazione utile per decisori politici, istituzioni, mondo scientifico, imprese e, non ultimo, per i cittadini". 

Il Rapporto è articolato in due volumi:

  • il primo Ambiente in Primo Piano è strutturato per tematiche ambientali (aria, clima, acqua, suolo, rifiuti, rumore, campi elettromagnetici, radiazioni ionizzanti e pericolosità di origine naturale e antropica) e fornisce una lettura dello stato dell’ambiente a livello nazionale secondo il modello DPSIR. Ciascuna tematica è arricchita con brevi articoli che riguardano studi, ricerche, esperienze e progetti ritenuti particolarmente rilevanti per il SNPA o anche processi, fenomeni ambientali, approfondimenti di natura didattica di interesse per la collettività.
  • Il secondo volume Ambiente in Primo Piano: indicatori e specificità regionali analizza invece le situazioni regionali ed è articolato in due sezioni: la prima descrive e confronta le realtà regionali attraverso l’analisi di 16 indicatori ambientali e la seconda dedicata alle specificità o peculiarità regionali relative ai temi di pertinenza dei rispettivi indicatori individuate dalle Arpa/Appa, che riguardano indagini, ricerche, esperienze positive, situazioni di eccellenza come anche criticità presenti nella regione trattata.

infografica RA snpa

Consulta tutti i documenti sulla pagina dedicata alla presentazione del Rapporto

Focus sul Piemonte


Utilizzo della modellistica a supporto della gestione degli eventi estremi (piene e magre)

Prevedere, con adeguato margine di anticipo, livelli e portate nei corsi d'acqua e nei canali è oggi una necessità consolidata per i più molteplici scopi, dalla riduzione del rischio alluvionale alla gestione degli stati di scarsità idrica, dall'ottimizzazione della risorsa per uso agricolo e irriguo alla massimizzazione della produzione idroelettrica, dalla tutela degli ecosistemi alla realizzazione di opere in alveo.

Presso il Centro Funzionale di Arpa Piemonte è operativo il sistema di previsione e gestione delle piene il cui cuore è costituito dal software MIKE CUSTOMIZED® implementato per il territorio piemontese. La piattaforma modellistica rappresenta l’intero ciclo idrologico e tiene conto delle principali interconnessioni con i differenti fattori antropici presenti sul territorio.

La previsione delle portate fluviali è effettuata attraverso l’applicazione di una serie di modelli numerici che, in base ai dati di input costituiti dalle osservazioni della rete pluvio-idrografica e dalle previsioni meteorologiche, è in grado di simulare i processi di trasformazione afflussi-deflussi, di formazione e propagazione delle onde di piena lungo gli alvei fluviali.

Il sistema viene utilizzato per predisporre giornalmente una valutazione delle criticità sul reticolo idrografico piemontese (esempio immagine in alto a destra con la previsione emessa il 24 novembre 2016 durante l’alluvione).

Piattaforma modellistica basata su software MIKE CUSTOMIZED® 

Criticità sul reticolo idrografico principale del Piemonte emesse il 24 novembre 2016

 

Mike Customised

Piene fluviali

Il sistema modellistico viene inoltre utilizzato anche a supporto della gestione delle risorse idriche con l’obbiettivo della sostenibilità ambientale, come integrazione tra fabbisogni e utilizzazioni. Il modello di bilancio idrico fornisce un contributo alla conoscenza sull’utilizzo della risorsa idrica in occasione delle situazioni di crisi che interessano il bacino del fiume Po nell’ambito dell'Osservatorio permanente sugli utilizzi idrici coordinato dal Segretario Generale dell'Autorità di Bacino del Fiume Po.

Il sistema riceve come input le serie delle portate fornite in continuo dal modulo idrologico di trasformazione afflussi-deflussi del modello di previsione delle piene. Altri dati di input sono informazioni sulle reti idrografiche e le relative interconnessioni con i fattori antropici (utenze, serbatoi, impianti idroelettrici, acque superficiali, acque sotterranee, afflussi-deflussi e qualità dell’acqua).

Nella tabella in basso a destra un esempio di output ossia informazioni sulla disponibilità idrica sulle tre aree idrografiche del Piemonte con l’indicazione della percentuale di deficit rispetto alla portata massima di prelievo.

A sinistra i 187 bacini per i quali viene calcolata la portata dal modulo idrologico di trasformazione afflussi-deflussi, a destra i prelievi da acque superficiali inseriti nel modello

Bacini Punti prelievo
Stima dei deficit di portata rispetto alla massima portata di prelievo su aree idrografiche
Disponibilità idrica

  

Gli impianti nucleari in Piemonte

Sul territorio piemontese sono insediati tre siti nucleari - Bosco Marengo (AL), Saluggia (VC) e Trino (VC) - presso i quali hanno sede quattro impianti rappresentativi di tutto il ciclo del combustibile nucleare: un impianto di fabbricazione del combustibile nucleare, una centrale elettronucleare, un impianto pilota di riprocessamento del combustibile nucleare irraggiato e un deposito di combustibile nucleare irraggiato.

Localizzazione degli impianti nucleari 
Impianti nucleari

Tutti gli impianti ospitano depositi temporanei di stoccaggio di rifiuti radioattivi solidi e, nel caso dell’impianto Eurex-Sogin di Saluggia, anche di rifiuti liquidi derivanti dall’esercizio pregresso. Complessivamente il Piemonte ad oggi detiene più del 70% dei rifiuti radioattivi italiani e la quasi totalità del combustibile nucleare irraggiato.

Quantità rifiuti radioattivi e combustibile nucleare irraggiato - Elaborazione ISPRA su dati forniti dagli Esercenti delle installazioni nucleari (2014)

impianti nucleari

La passata stagione nucleare italiana, terminata con il referendum del 1987, ha lasciato in eredità l’oneroso compito di gestire il decommissioning di tutti gli impianti del ciclo del combustibile nucleare distribuiti sul territorio regionale. In generale si tratta di impianti datati, concepiti con tecnologie superate e soprattutto con un’età media ben superiore alla durata per la quale erano stati progettati. Di conseguenza non stupisce il manifestarsi di problematiche e anomalie impiantistiche che possono, in alcuni casi, avere importanti ripercussioni sull’ambiente.

Arpa Piemonte effettua la sorveglianza presso i siti nucleari sia attraverso la gestione di reti di monitoraggio radiologico ambientale, ordinarie e straordinarie sia attraverso lo svolgimento di attività di controllo puntuali. Per ognuno dei siti nucleari viene gestita una rete locale di monitoraggio radiologico ambientale, strumento che consente di:
-     segnalare tempestivamente l’insorgere di situazioni anomale e di fenomeni di accumulo di particolari radionuclidi rilasciati nell’ambiente in modo autorizzato e/o a seguito di eventi anomali;
-     di valutare lo stato della contaminazione radioattiva dell’ambiente e conseguentemente di stimare l’equivalente di dose efficace alla popolazione, grandezza proporzionale al rischio indotto dall’esposizione alle radiazioni ionizzanti.

Presso i siti di Bosco Marengo e Trino non si sono mai verificati episodi di contaminazione dell’ambiente e ad oggi non è stata verificata alcuna criticità.

Presso il sito di Saluggia invece è stata riscontrata - a partire dal 2006 - la presenza di Sr-90, Co-60, Cs-137 e H-3 nell’acqua di falda superficiale prelevata a valle degli impianti.

I valori delle concentrazioni riscontrati non sono significativi dal punto di vista radioprotezionistico, e in particolare non costituiscono un rischio per la popolazione, ma rappresentano un importante indicatore ambientale di alcune criticità impiantistiche.

Per i tre siti nucleari piemontesi le attività di monitoraggio hanno consentito di verificare il rispetto nel tempo del limite di non rilevanza radiologica di 10 microSv/anno per gli individui di riferimento della popolazione.


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