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Previsioni meteo e… affidabilità

10 febbraio 2012

Il minimo “Lucina”, vortice depressionario che interessa oggi l’Italia, è in pieno movimento verso sudest, transitando dalla Corsica alle regioni centrali. Questa configurazione meteorologica molto particolare interessa il Piemonte solo marginalmente, con correnti umide e fredde (data la bassa temperatura e l’elevata energia della struttura) da nordest che dividono il territorio in due settori, anche a causa dell’interazione del flusso con l’orografia complessa della nostra regione.
Mentre il settore settentrionale sarà interessato solo marginalmente dalla nuvolosità, con qualche rinforzo dei venti (previsto anche qualche episodio di vento di caduta sull’Ossola), la parte meridionale della regione vedrà nuove nevicate e rinforzi dei venti anche fino a 70 km/h sugli Appennini. Le aree più interessate dal fronte occluso convogliato dal minimo depressionario saranno il cuneese, l’astigiano e l’alessandrino, mentre la zona di Torino verrà e trovarsi a cavallo tra questi due settori caratterizzati da differenti condizioni meteorologiche.
È importante sottolineare quanto la predicibilità dei fenomeni non sia elevata in questi casi, in quanto piccole differenze nel posizionamento del minimo di pressione, rispetto a quanto previsto, potrebbero generare significativi cambiamenti del tempo e del posizionamento di questa “linea di demarcazione” tra tempo perturbato e tempo più stabile, tanto più che la presenza di un’orografia complessa può fungere da “cassa di risonanza” per i flussi umidi provenienti dai quadranti orientali, facendo aumentare ancora la variabilità.

Sebbene la capacità previsionale sia aumentata negli ultimi anni, grazie soprattutto all’evoluzione della modellistica meteorologica in termini non tanto di processi fisici, quanto di implementazione delle catene operative (previsioni di insieme, magari di tipo multimodel, previsioni a lungo termine…), non esiste un orizzonte temporale, anche breve, per cui si può assumere che la previsione sia certa al 100%.
L’affidabilità dipende dalla scadenza di previsione: se nelle prime 24/48 ore si raggiunge un’affidabilità dell’85-90% e più (vedi skill della previsione di precipitazione di Arpa Piemonte), questa decresce rapidamente con il tempo. Le previsioni a medio-lungo termine, in particolare sulla regione Europea, hanno una bassa attendibilità, in generale non superiore alla climatologia. Nonostante ciò oggi vengono spesso divulgate, con fare velleitario e poco scientifico, come affidabili.
L’attendibilità della previsione dipende poi dalla predicibilità intrinseca della configurazione meteorologica: strutture a grande scala, poco mobili, o strutture poco energetiche, caratterizzate da modi dominanti tipici determinano tipologie di tempo che riservano meno sorprese al meteorologo.
Ma quello che più influenza l’attendibilità della previsione è la scala spaziale e temporale: più aumenta il dettaglio nello spazio e più viene ristretto il periodo temporale di riferimento della previsione più diminuisce la possibilità che la previsione sia corretta.  Solo con l’utilizzo congiunto di modelli, dati osservati ed esperienza interpretativa è possibile produrre previsioni locali e puntuali affidabili (vedi andamento della temperatura osservata e prevista nella prima settimana di febbraio 2012 sulle stazioni di pianura della rete di Arpa Piemonte) in un breve range temporale.
La confidenza che è possibile riporre in una previsione meteorologica è quindi variabile nel tempo: ingredienti fondamentali sono comunque la capacità interpretativa e decisionale del meteorologo,  il confronto continuo delle previsioni con una buona rete osservativa e l’accompagnamento della previsione con un “onesto” grado di attendibilità.

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