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La vegetazione nei fiumi è sempre dannosa?

25 gennaio 2018

Quando avviene un’alluvione si riaccendono le polemiche in rete e sui giornali sulla presenza di vegetazione delle aree in prossimità dei fiumi attribuendone un ruolo negativo anche quando il nesso tra danno e trasporto di materiale legnoso non è evidente.

Arpa propone, attraverso un articolo, un quadro aggiornato sulle conoscenze e sugli studi relativi al ruolo della vegetazione nell'ambito della dinamica fluviale, con l’intento di inquadrare meglio una questione complessa, che solo grazie al supporto di adeguate valutazioni specialistiche può essere compresa e affrontata all'interno di un processo di definizione delle politiche di salvaguardia dell'ambiente.

vegetazione in alveo

Cosa dicono gli studi
Negli ultimi decenni un crescente numero di studi ha evidenziato da un lato l’influenza della presenza del legno sui processi morfologici e sulla funzionalità degli ecosistemi, dall’altro il condizionamento sui processi che guidano la dinamica del legno durante le inondazioni da parte delle caratteristiche peculiari di ciascun bacino idrografico e dalla portata della piena.
La consolidata pratica di asportazione del materiale legnoso in alveo è ancora motivata dalla necessità di scongiurare l'occlusione delle opere trasversali presenti lungo l'alveo e dall'utilizzo della biomassa come fonte per il riscaldamento domestico.
La letteratura disponibile evidenzia chiaramente quanto variabili siano i processi coinvolti nel trasporto del materiale legnoso e di conseguenza quanto impegnative siano la previsione e la gestione di tali processi.
Talvolta, per ridurre al minimo i rischi legati al trasporto di materiale legnoso, possono risultare efficaci strategie che, dopo un attento studio sulle caratteristiche peculiari del bacino, agiscano sulla riduzione di vulnerabilità delle opere a rischio e sulla cattura dei tronchi a monte delle sezioni critiche attraverso strutture di ritenzione dedicate.

materiale legnoso in alveo

Altri studi, di carattere più sperimentale, propongono procedure che integrano analisi del rischio idrogeologico con valutazioni degli effetti positivi sugli ecosistemi derivanti dalla presenza di materiale legnoso in alveo e nelle aree inondabili. Tali procedure sono ideate come strumento gestionale per la scelta tra il mantenimento o la rimozione del legno in alveo a seconda dello scenario previsto, dove il rischio viene contrapposto al possibile habitat che può essere generato dalla presenza del materiale legnoso.

L’obiettivo delle direttive europee
In Italia il recepimento delle normative europee (direttiva quadro acque 2000/60/CE e direttiva alluvioni 2007/60/CE) ha imposto il duplice obiettivo: tutelare il ruolo della vegetazione come componente chiave degli ecosistemi fluviali e valutare il suo coinvolgimento nelle dinamiche di piena per prevedere gli interventi da attuare sul territorio per la riduzione del rischio. Le strategie di gestione per ridurre gli effetti negativi del trasporto di legno richiedono dunque un approccio multidisciplinare che, sull'intero bacino fluviale e a scala temporale adeguata, tenga conto dei processi idromorfologici, ecologici e dell'impatto sul sistema socio-economico.

L’attività di Arpa Piemonte
Tra le diverse attività di cui si occupa Arpa c’è anche la valutazione e il monitoraggio nel tempo dello stato morfologico dei corsi d’acqua piemontesi in applicazione alla direttiva quadro acque 2000/60/CE (WFD - Water Framework Directive - European Commission, 2000) che introduce gli aspetti idromorfologici come elementi da valutare, oltre a quelli fisico-chimici e biologici, per giungere ad una classificazione dello stato ecologico dei corsi d'acqua.

In particolare la definizione dell’indice di qualità morfologica (IQM) si inserisce in un'ampia struttura metodologica messa a punto dall’Ispra (sistema di valutazione IDRAIM) per l'analisi, la valutazione post-monitoraggio e la definizione delle misure di mitigazione degli impatti ai fini della pianificazione integrata prevista dalle direttive citate. Tale metodologia è finalizzata, oltre che alla classificazione dello stato morfologico attuale, ad una successiva analisi delle cause di alterazione nonché al monitoraggio delle tendenze evolutive dei corsi d'acqua. La procedura di classificazione e di monitoraggio applicata in Piemonte si basa, coerentemente con quanto richiesto dalla direttiva WFD, sulla valutazione dello scostamento delle condizioni attuali rispetto ad uno stato considerato di riferimento e segue i criteri tecnici dettati dal decreto n° 260 del 2010.

Nell’ambito di tale metodologia l’analisi dello stato della vegetazione presente nell’area di studio determina il valore di alcuni indicatori che concorrono alla definizione dell’IQM. La compilazione di tali indicatori ha richiesto un approfondimento per mettere a confronto il ruolo ecologico della vegetazione con la necessità di gestione della vegetazione perifluviale in ottica di prevenzione dei danni riscontrabili a seguito di piene straordinarie e alluvioni.

Consulta l'articolo Il ruolo della vegetazione nei corsi d'acqua: stato dell'arte

 

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