La situazione delle risorse idriche in Piemonte: ancora scarse precipitazioni nel mese di marzo
Anche il mese di marzo conferma un deficit negativo delle piogge iniziato nel dicembre scorso. Complessivamente sono stati registrati appena 22 mm di pioggia media a marzo 2019 per lo più concentrate nei bacini settentrionali orientali con un deficit del 73% rispetto al valore medio storico. Dall’inizio dell’anno sono stati registrati circa 60 mm di precipitazione media su tutto il bacino contro una media storica di 220 mm.
La scarsità di precipitazioni dell’ultimo mese, unita ad un deficit altrettanto importante osservato a partire da gennaio, fa si che la totalità dei bacini piemontesi sia in condizioni di siccità severa sul medio-breve termine, come mostrato dall’indice di anomalia pluviometrica SPI calcolato sui 3 mesi. Più della metà dei bacini registrano infatti, i valori più bassi degli ultimi 50 anni rispetto al primo trimestre dell’anno.
Il monitoraggio a più lunga scadenza (SPI a 6-12 mesi), mostra un quadro differente grazie alle abbondanti precipitazioni del 2018, in particolare quelle di novembre, che pesano in particolar modo su alcuni bacini Alpini dove, sul lungo periodo, si registrano ancora condizioni di piovosità moderata o severa.
Anomalia di precipitazione del primo trimestre 2019
Infine, le previsioni a scenario di anomalia a 3 mesi per il trimestre febbraio-aprile indicano come sarebbe necessario un mese di aprile particolarmente ricco di precipitazioni per riportare la situazione generale in condizioni di normalità sul medio-breve periodo; al contrario, in caso di un mese prossimo ancora molto scarso di pioggia, le condizioni generali su tutta la regione sarebbero di siccità estrema. Lo scenario più probabile, derivante dai modelli di previsioni mensili, indica un aprile nella norma e, di conseguenza, una situazione di SPI a 3 mesi dove tutti i bacini a sud del Po saranno ancora in siccità almeno moderata.
Se si analizza la quantità di neve fresca cumulata da inizio novembre si può notare che il deficit sia generalmente compreso tra -20% e -50%, con punte maggiori alle quote più basse. Invece, per quanto riguarda la neve al suolo si registrano valori ovunque al di sotto della media, tranne dalle Alpi Graie a Alpi Lepontine alle quote superiori ai 2200 m grazie agli apporti di fine ottobre che hanno contribuito notevolmente a costituire un significativo spessore del manto nevoso in quota.
Il volume di invaso nel Lago Maggiore continua ad essere, al di sotto dei valori medi storici di riferimento (2000-2018), con quasi 200 milioni di mc di acqua in meno. Analogamente il volume complessivamente immagazzinato nelle dighe nel mese di marzo, è stimabile in circa 114 milioni di mc, pari al 29% della capacità massima teorica complessiva; la maggior parte del volume disponibile, il 66%, è relativo alle dighe ubicate nel Piemonte settentrionale. In generale, rispetto ai valori storici, il volume invasato nel mese di marzo registra uno scarto negativo dell’11%.
I deflussi nelle sezioni idrometriche più significative sono state per la maggior parte inferiori alle medie mensili. In particolare, la stazione idrometrica del fiume Po a Isola S.Antonio (PV) ha registrato una portata media pari a 231 mc/sec, inferiore al valore storico di riferimento del 46%; per il quarto mese consecutivo ha un indice di anomalia dei deflussi (SRI) negativo corrispondente a condizioni moderatamente secche.
Maggiori dettagli sulla situazione delle risorse idriche sono contenute nel bollettino idrologico di marzo
Domani sono attese le prime piogge diffuse sulla regione, infatti è previsto un peggioramento per l’arrivo di una perturbazione di origine polare che porterà precipitazioni tra mercoledì 3 e giovedì 4 aprile. I quantitativi attesi sono significativi su verbano, biellese, novarese, vercellese e zone appenniniche al confine con la Liguria, con locali fenomeni di rovescio o temporale, deboli o localmente moderati sugli altri settori. Sull’arco alpino, con l’arrivo della precipitazioni, la quota neve si abbasserà fino a 1000 m.