La Relazione sullo Stato dell'Ambiente in Piemonte. Il nuovo portale
Il portale, ideato da Regione Piemonte e Arpa Piemonte, disegna lo stato dell’ambiente in Piemonte attraverso dati, tabelle, grafici, commenti, mappe, scenari e politiche.
http://relazione.ambiente.piemonte.gov.it
Il sito racconta il cambiamento del nostro territorio negli ultimi 10 anni seguendo l’evoluzione
delle numerose informazioni ambientali raccolte, analizzate ed elaborate nel corso del tempo.
Descrive inoltre quali sono le prospettive future, gli aspetti positivi e negativi dell'ecosistema piemontese, che cosa è stato fatto e cosa occorre ancora fare per tutelare e migliorare l’ambiente in cui viviamo.
E’ possibile scegliere il proprio percorso navigando linearmente attraverso le tre grandi tematiche aria, acqua e territorio e poi scendere ai livelli successivi per un ulteriore approfondimento. In alternativa potrà partire da uno dei 150 indicatori presi in esame e navigare liberamente tra uno e l’altro seguendo i propri interessi.
“La conoscenza dello stato di qualità dell'ambiente è sempre più percepita dalla collettività come un'esigenza prioritaria. Prova di questa crescente sensibilità è rappresentata dall'inclusione di un'apposita sezione, chiamata «Informazioni ambientali», tra i nuovi obblighi previsti dall'ordinamento nazionale in termini di pubblicità, trasparenza e diffusione delle informazioni. Un vero e proprio diritto di cittadinanza a cui la Relazione sullo Stato dell'Ambiente 2014 vuole dare una risposta concreta grazie a nuovi e ambiziosi obiettivi. – sottolinea l’Assessore Regionale all’Ambiente Alberto Valmaggia - Il documento, elaborato congiuntamente dagli uffici regionali e da quelli di ARPA Piemonte, si prefigge di costituire, nell'ambito della galassia dei soggetti che forniscono informazioni ambientali, una fonte diretta attendibile sullo stato di salute dell’ambiente, ponendosi quale strumento che istituzionalmente rende conoscibile il proprio operato finalizzato ad indagare e a governarne l'ambiente.
Quest’anno si è voluto investire sul livello di accessibilità della Relazione grazie alla creazione del nuovo portale web gestito congiuntamente dalla Regione Piemonte e da ARPA. In particolare, abbiamo puntato sulla capacità di trasmettere i contenuti scientifici utilizzando linguaggi e strumenti di divulgazione diretti ed efficaci, in grado di non cadere nella superficialità e nella approssimazione. La sfida è quella di utilizzare al meglio i nuovi media, creando non più un documento statico, bensì un vero portale nel quale si offre una visione complessiva di tutti i dati e di tutte le informazioni oltre a un grado di dettaglio più approfondito.
Si sono volute mettere in atto tutte le premesse per un modo innovativo di atteggiarsi delle Amministrazioni, più attento alle esigenze della comunità di riferimento e maggiormente responsabile nell'utilizzo delle risorse pubbliche e nello svolgimento delle funzioni ad esse attribuite”.
“Presentiamo oggi un portale che descrive lo stato dell’ambiente in Piemonte attraverso tre tematiche – aria, acqua, territorio e un inquadramento climatico - tre infografiche, 150 indicatori, 200 grafici dinamici, 80 mappe interattive basandosi su uno storico di 15 anni di dati. – evidenzia Angelo Robotto, direttore generale di Arpa Piemonte - Il portale, con i dati e tutte le informazioni consultabili in maniera facile e intuitiva, è la fotografia dello stato del Piemonte a dicembre 2013, per la maggior parte dei dati, e per il primo semestre 2014 dove già disponibili.
Avere la fotografia dell'ambiente in un preciso momento può forse sembrare superfluo proprio per il cambiamento continuo delle condizioni determinate da fattori sia antropici che naturali. Invece è importante per conoscere, per sapere, per intraprendere dall'esperienza tutte le misure di prevenzione che servono per migliorare l'ambiente in cui viviamo. Perché la prevenzione è il primo passo della protezione ambientale.
Arpa Piemonte infatti, attraverso le attività di monitoraggio e controllo, opera sull’ambiente con il preciso scopo di prevenire situazioni di compromissione del territorio con la consapevolezza che dietro ogni intervento deve esserci la conoscenza puntuale, tempestiva, ma anche storica delle componenti ambientali.
Grazie alla specializzazione sempre crescente sia da un punto di vista laboratoristico, che per i controlli sul territorio, che per le reti di monitoraggio Arpa riesce ad espletare le proprie mansioni con impegno crescente ed efficacia maggiore anche a fronte dell’ attuale contingenza economica sfavorevole”.
In breve
Il cambiamento climatico e il riscaldamento globale trovano conferma anche in Piemonte. Il 2013 in Piemonte è stato più caldo e piovoso rispetto alla media (anni 1971-2000). La precipitazione annua osservata sul territorio piemontese è stata superiore di circa il 13% rispetto alla norma climatica, grazie soprattutto alle piogge primaverili. In questo quadro spicca il mese di dicembre 2013, nel quale le precipitazioni sono state abbondanti, in particolare nei giorni attorno al 25 dicembre, con un surplus pluviometrico pari al 122% del mese di dicembre, climatologicamente il più secco dell’anno, risultato il terzo mese più umido del 2013.
La stagione invernale 2012-2013 è stata in generale nevosa in tutto l’arco alpino piemontese. L’inizio di stagione è stato precoce con abbondanti nevicate anche a quote di media-bassa montagna a fine ottobre e inizio novembre e le precipitazioni nevose sono proseguite, anche a quote relativamente basse, fino ad aprile, maggio. Anche l’inizio della stagione invernale 2013-2014 è stato caratterizzato da un particolare periodo di intense precipitazioni nevose. Nella maggior parte delle stazioni nivometriche i valori di neve fresca mensili di novembre e dicembre sono risultati superiori alla media, in particolare le prime 2 decadi di novembre e l’ultima di dicembre.
Primo semestre 2014
L’Inverno 2013/2014 è stato mite e umido con frequenti piogge e temperature superiori alla media stagionale, risultando la 4° stagione più piovosa e la 4° più calda dal 1971. La Primavera 2014 è risultata la quarta più calda degli ultimi 57 anni, e la 21esima più secca. L’Estate 2014 è risultata la sesta più piovosa degli ultimi 57 anni; dal punto di vista termico si è registrata una lieve anomalia negativa di -0.2°C rispetto alla norma del periodo 1971-2000. È stata comunque l’Estate più fresca e ricca di precipitazioni dal 1997. |
In Piemonte, analogamente a quanto succede in tutto il bacino padano, rimangono situazioni problematiche a scala regionale per quanto riguarda il PM10 e l’ozono, mentre sono più localizzati in prossimità dei grandi centri urbani i casi di superamento del valore limite annuale per il biossido di azoto, in particolare nelle stazioni da traffico.
Sul lungo periodo è stato osservato un miglioramento della qualità dell’aria, nonostante le oscillazioni legate ai fattori meteorologici. Per il particolato, infatti, l’analisi della serie storica dei dati mostra come nel periodo 2001-2013, a livello regionale, la concentrazione media annua di PM10 si sia complessivamente ridotta. Tale fenomeno è particolarmente evidente nella stazione Torino-Consolata dove la media annuale si è quasi dimezzata passando da 71 a 40 µg/m3 e il numero di superamenti annui da 210 a 100.
Per quanto riguarda il PM10, il settore dei trasporti contribuisce per il 39% alle emissioni, mentre un 13% è dovuto all’industria e ben il 48% è attribuibile al riscaldamento. È da rilevare infine che la combustione del legno e delle biomasse negli ultimi anni ha assunto un’importanza crescente per le emissioni, in particolare per il PM10 e per il benzo(a)pirene (costituente del PM10), a causa dell’incrementato uso della legna.
I valori degli inquinanti possono presentare un’oscillazione da un anno all’altro dovuta principalmente a fattori di natura meteorologica. In questo quadro il 2013 è risultato un anno con valori di poco inferiori a quelli misurati nel 2010, nel quale erano stati particolarmente bassi. Negli anni 2011 e 2012 i valori erano invece aumentati per ragioni legate alla meteorologia. Primo semestre 2014 Una prima valutazione effettuata sui dati, da considerare come non definitivi, misurati durante i primi mesi del 2014 mostra una differenziazione tra i differenti inquinanti in termini di confronto dei principali indicatori statistici calcolati per due periodi analoghi del 2014 e del 2013. Il PM10 ha mostrato una evidente diminuzione dei valori misurati nel primo semestre 2014 rispetto all’analogo periodo del 2013 sia per quanto riguarda la concentrazione media sia il numero dei superamenti del limite giornaliero per la protezione della salute che al 30 giugno ha superato il valore massimo ammesso, pari a 35 giorni/anno, solo in poche stazioni di traffico della rete (Torino, Settimo Torinese, Carmagnola, Alessandria). Analoga situazione per la concentrazione media misurata nel primo semestre dei due anni per il PM2,5. Un dato in controtendenza si evidenzia per il benzo(a)pirene: questo inquinante denota, nella maggioranza delle stazioni, un incremento della concentrazione misurata nei primi quattro mesi del 2014 rispetto all’analogo periodo del 2013. Il NO2 invece non mostra modificazioni significative della concentrazione media tra i due primi semestri del 2013 e del 2014 mentre il benzene, connotato ormai in tutte le stazioni da valori non elevati, ha mostrato nella maggioranza di stazioni un lieve incremento. Nel semestre 1° aprile 2014 - 31 settembre 2014, rispetto all'analogo periodo del 2013, l'ozono ha evidenziato, per motivi legati all'andamento meteorologico dell'ultima estate, un netto decremento dei giorni nei quali è stata superata la concentrazione di 120 microgrammi/m3 come massima media giornaliera delle 8 ore consecutive che rappresenta il valore obiettivo a lungo termine per la protezione della salute umana. Il valore misurato è stato in media, tra tutte le stazioni della rete, pari a circa il 30% di quello misurato nel semestre 2013. |
Acque superficiali Per i corpi idrici piemontesi, dall’analisi dei risultati del monitoraggio dell’anno 2013 si può evidenziare come il 96% dei corpi idrici rientri nella classe Buono per lo Stato Chimico e il 54% per lo Stato Ecologico e circa il 5% sia migliorata a Buono rispetto alla prima classificazione ufficiale 2009-2011.
Per quanto riguarda le acque di balneazione si è già raggiunto l’obiettivo di qualità che prevede per la fine della stagione balneabile 2015 la classe di qualità Sufficiente. Infatti alla fine della stagione balneabile del 2014 le acque di balneazione si sono classificate per il 6% nella classe Sufficiente, per 11% in quella Buono e per l’83% nella classe Eccellente.
Acque sotterranee La fotografia che emerge dalla valutazione del 2103 rileva una situazione alquanto compromessa per la falda superficiale con 12 corpi idrici sotterranei (GWB, Ground Water Body) su 17 risultati in stato Scarso confermando di fatto l’analisi di rischio, effettuata sulla base delle pressioni incidenti in superficie, nella fase di implementazione della Direttiva europea sulle acque WFD (Water Framework Directive).
Nel 2013 le falde profonde evidenziano una situazione leggermente migliore rispetto alla falda superficiale, anche in funzione del loro ambito di esistenza e circolazione idrica sotterranea, potenzialmente più protetto rispetto al sistema acquifero superficiale. In questo caso due GWB evidenziano uno stato chimico Scarso e uno Buono, mentre per i rimanenti tre GWB i calcoli per la definizione dello stato chimico (secondo i presupposti della WFD) saranno effettuati su altre annualità nell’ambito del sessennio del Piano di Gestione del distretto idrografico del fiume Po. |
Rischi naturali Le aree in frana coinvolgono il 10,3% del territorio regionale e le aree allagate il 3,4% del territorio regionale. Analizzando i dati storici del periodo 1850-2000, la regione è statisticamente colpita in settori diversi da eventi alluvionali con ricorrenze medie di un evento ogni 18 mesi circa.
Nel 2013 si sono registrati due eventi meteo pluviometrici di elevata intensità: l’evento del 15-19 maggio che ha coinvolto tutte le province ad eccezione di quelle di Asti e di Novara con danni a 16 comuni per quanto riguarda i fenomeni torrentizi e 84 per i fenomeni di versante, e l’evento del 24-26 dicembre, con un valore di pioggia cumulata medio su tutta la regione di circa 100 mm in 3 giorni. Il territorio regionale è altresì soggetto a terremoti generalmente di modesta intensità ma di notevole frequenza. Nel corso del 2013 la rete sismica regionale ha rilevato 1.824 sismi di magnitudo locale maggiore o uguale a 1.
Siti contaminati Attualmente i siti presenti nell’Anagrafe Regionale dei Siti Contaminati sull’intero territorio regionale sono 1.455. La provincia di Torino, in rapporto all’estensione, concentrazione e qualità delle attività insediate possiede da sola quasi la metà dei siti presenti in banca dati; a seguire Novara e Alessandria. La famiglia di contaminanti principalmente responsabile della contaminazione dei suoli è senza dubbio rappresentata dagli idrocarburi, seguita dalla combinazione contaminanti inorganici più idrocarburi e dai soli contaminanti inorganici. Radiazioni non ionizzanti La potenza complessiva degli impianti per telecomunicazioni, parametro correlabile con l’intensità di campo elettromagnetico irradiata, ha avuto negli anni un andamento crescente, con un contributo preponderante da parte degli impianti radiotelevisivi. Negli ultimi 4-5 anni, però, la potenza complessiva di questa tipologia di impianti è andata stabilizzandosi intorno ad un valore di 1,2 milioni di W, mentre ha continuato a crescere la potenza delle stazioni radiobase per la telefonia. Quest’ultima è infatti passata da un contributo pari al 34% del totale nel 2006 al 55% nel 2014, superando il contributo degli impianti radiotelevisivi.
In relazione alla telefonia cellulare la potenza emessa dai telefoni mobili dipende da diversi fattori quali il modello di apparecchio telefonico, il tipo di rete utilizzata (2G o 3G) e l’intensità del segnale ricevuto (power control). Tutti questi fattori determinano l’esposizione della testa alla radiazione emessa dal cellulare alle varie distanze di utilizzo. I risultati degli studi mostrano una rapida variazione dei livelli di campo elettrico emessi dal cellulare in funzione della distanza dalla sua antenna. Ad una distanza di 30 cm dal telefonino il campo elettrico si riduce di un fattore pari all’80-90%. I dati confermano, inoltre, quanto già osservato con le misure di potenza: il livello delle emissioni di radiazione elettromagnetica nella modalità di utilizzo 3G è molto più basso di quello della modalità 2G. Radiazioni ionizzanti Il radon, gas radioattivo naturale, per la sua natura e le sue proprietà chimico fisiche entra facilmente negli ambienti confinati come abitazioni, luoghi di lavoro, scuole. La media radon attualmente stimata nelle abitazioni in Piemonte è di 71 Bq/m3. La presenza di radon non è uniforme in Piemonte, infatti è legata alla composizione delle rocce e, di conseguenza, alla conformazione orografica della regione.
Siti nucleari Il Piemonte detiene attualmente più del 70% dei rifiuti radioattivi italiani e la quasi totalità del combustibile nucleare irraggiato. Sulla base dei risultati analitici del monitoraggio radiologico viene effettuata, per ogni sito nucleare, una stima della dose efficace per gli individui di riferimento della popolazione, da confrontare con il limite per la non rilevanza radiologica, fissato in 10 microSv/anno. Per i tre siti nucleari piemontesi le attività di monitoraggio hanno consentito di verificare il rispetto nel tempo del limite di non rilevanza radiologica di 10 microSv/anno per gli individui di riferimento della popolazione.
Rumore I dati aggiornati ad aprile 2014 evidenziano che l’82% circa dei comuni ha approvato in via definitiva il Piano di Classificazione Acustica, mentre un altro 14% ha comunque avviato la procedura di approvazione.
Impianti Seveso Il Piemonte è la terza regione italiana per presenza di stabilimenti cosiddetti “Seveso” e cioè a rischio di incidente rilevante: nel Registro regionale, aggiornato a maggio 2014, risultano censiti 99 stabilimenti,.Tali aziende appartengono a comparti produttivi e merceologici piuttosto diversificati; i più presenti sul territorio regionale sono i trattamenti superficiali (galvanici) e lo stoccaggio/movimentazione del GPL, seguono la produzione di chimica di base e lo stoccaggio degli oli minerali. Le sostanze/miscele “pericolose per l’ambiente” costituiscono la tipologia più diffusa sul territorio regionale (circa 2.400.000 tonnellate); seguono la macrocategoria “infiammabili”, che comprende sostanze/miscele che possono dare origine a fenomeni di irraggiamento e/o esplosione (circa 1.000.000 tonnellate), e quella relativa alle sostanze/miscele che presentano caratteristiche di tossicità (circa 25.000 tonnellate). Amianto A giugno 2014 sono stati conteggiati 6081 siti con coperture in fibrocemento (verosimilmente in cemento-amianto) adeguatamente censiti da Arpa. Vengono, inoltre effettuate indagini periodiche, monitoraggi ambientali e analisi in siti “critici” in cui è stata riscontrata la presenza di amianto. I monitoraggi ambientali riguardano in particolare: - la tratta Milano-Genova “Terzo Valico dei Giovi” che fa riferimento al progetto relativo alla linea ferroviaria ad Alta Capacità/Alta Velocità che metterà in collegamento Genova con Milano. - Il progetto di ferrovia Torino-Lione - il sito di Interesse nazionale di Balangero - Il sito di Interesse nazionale di Casale Monferrato - la rimozione di pietrisco ferroviario in specifico nei pressi della Stazione Ferroviaria di Spinetta Marengo - la Val di Susa nelle frazioni di Jouvenceaux e di Sauze d’Oulx. Dalle analisi fino oggi effettuate, non sono stati osservati superamenti della concentrazione di 1 fibra/litro ad eccezione dei siti della Val di Susa nelle frazioni di Jovenceaux e di Sauze d’Oulx nei quali nel 2013, su 24 campioni analizzati di aerodispersi, in 2 casi (Piazzale lungo SP124 e Partenza seggiovia Sportinia) si è osservato un superamento pari a 1,1 fibra/litro della suddetta concentrazione. |