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Inverno anomalo: primi effetti

2 febbraio 2016

Ancora un record per lo zero termico che ieri sull’Aeroporto di Cuneo Levaldigi ha raggiunto i 4220 m, valore massimo misurato nel mese di febbraio dall’installazione della stazione di radiosondaggio. L’anomalia climatica che sta caratterizzando l’inverno 2016 determina una serie di effetti sugli ecosistemi e sull’ambiente, sia di breve che di più lungo periodo. La mancanza di neve e le elevate temperature dei mesi di novembre e dicembre hanno determinato fioriture tardive anche in montagna e, a lungo andare, la vegetazione potrebbe soffrire la mancanza di quel “chilling requirement” connesso al periodo di quiescenza vegetativa, importante per la fioritura primaverile e lo sviluppo della pianta. La processionaria ha invaso la foresta alpina con un deciso anticipo e a quote dove solitamente non si diffondeva.

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Diffusione della processionaria nella foresta di Oulx nel mese di dicembre 2015

L'osservazione dell'attività bottinatrice delle api fuori stagione e la riduzione del periodo di interruzione della covata negli alveari può determinare il rischio di maggior diffusione di parassiti e diminuirne la produttività.

Gli incendi boschivi hanno tempestato tutte le zone collinari e prealpine, spingendosi anche in luoghi solitamente coperti di neve, favoriti dalle condizioni di secchezza dei combustibili. Nei soli mesi di novembre e dicembre, sono stati effettuati circa 280 interventi su incendi divampati su tutto il Piemonte. In alcuni casi gli incendi boschivi più prossimi ai centri abitati hanno anche contribuito a determinare episodi di elevate concentrazioni di polveri nell’aria. Gli impatti economici sul turismo invernale sono già quantificabili, molto significativi ed estesi a un indotto dell’economia piemontese molto vasto, mentre quelli sulla scarsità dei nuovi apporti precipitativi alla riserva idrica e la conseguente situazione di siccità in cui si trova il territorio regionale, potranno essere ancora maggiori nei prossimi mesi, con la ripresa della stagione vegetativa.

La qualità dell’aria nei centri urbani è stata cattiva per molte giornate negli ultimi tre mesi, facendo registrare numerosi superamenti del valore limite giornaliero della concentrazione delle polveri sottili.

Anche le concentrazioni di pollini nell’aria hanno fatto rilevare un anticipo della fioritura di alcune specie botaniche tipiche del tardo inverno, come Corylus avellana (nocciolo), Alnus glutinosa (ontano nero) oppure i generi appartenenti alla famiglia delle Cupressaceae/Taxaceae. Questo trend di allungamento del periodo favorevole alle allergie è già evidente da alcuni anni, ma le elevate concentrazioni registrate in particolare nella settimana dall’11 al 17 gennaio (la stazione di Alessandria ha misurato un livello di concentrazione complessivo nella settimana di circa 2.500 pollini al m³), hanno già provocato un impatto sulla salute della popolazione, infatti i soggetti sensibili mostrano già l’insorgenza dei primi sintomi di allergia.

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Fioritura tardiva in montagna

Un cambiamento del regime meteorologico è atteso per il fine settimana che, oltre ad un peggioramento con precipitazioni diffuse nella giornata di domenica, determinerà un periodo dominato da correnti occidentali che favoriranno l’ingresso di perturbazioni atlantiche.

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