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I controlli sul termovalorizzatore di Torino

3 maggio 2016

Il termovalorizzatore di Torino, TRM, è un impianto per lo smaltimento di rifiuti - non altrimenti recuperabili e che diversamente andrebbero in discarica - con potenzialità pari a 421.000 t/a. L’impianto è costituito da tre linee di incenerimento tra loro uguali.

Bruciando i rifiuti a una temperatura di oltre mille gradi, il termovalorizzatore di Torino recupera l’energia contenuta in essi, producendo elettricità - corrispondente al fabbisogno annuale di circa 175.000 famiglie di tre persone - ed energia termica per il teleriscaldamento - in grado di scaldare 17.000 abitazioni da 100 m2. Il recupero dell’energia contenuta nei rifiuti consente di risparmiare circa 70.000 tonnellate l’anno di combustibile fossile.

Tutte le Amministrazioni, in modo coordinato, esercitano su tale impianto i compiti loro attribuiti dalla legge nel campo della prevenzione e della tutela ambientale. Arpa, nello specifico, esercita le attività di controllo e supporta dal punto di vista tecnico-scientifico la Regione, La Città Metropolitana di Torino, i Comuni e le Aziende Sanitarie locali territorialmente coinvolte.

Le principali attività:

 

EMISSIONI

A partire dal mese di ottobre del 2013, anno di inizio del funzionamento dell’impianto, Arpa Piemonte ha reso pubblici i dati delle emissioni del Termovalorizzatore del Gerbido attraverso la redazione di report mensili, consultabili nella sezione dedicata all’interno del sito istituzionale dell’Agenzia. 

I report offrono un quadro di sintesi in grado di rappresentare le prestazioni emissive di TRM sia sul breve periodo (Medie semiorarie e indicazione degli eventuali Superi delle Medie giornaliere) sia sul lungo periodo (Media mensile).

 Termovalorizzatore Gerbido (TO). Emissioni febbraio 2016

Tabella emissioni

 Fonte: Arpa Piemonte

* Per la Linea 2 il dato relativo alla media mensile non è significativo perché le ore di funzionamento dell’impianto in marcia con rifiuto per l’intero mese (142 h) sono inferiori al numero minimo di ore mensili previste (val. min. = 144 h/mese).


QUALITÀ DELL'ARIA

Per quanto riguarda la valutazione della qualità dell'aria, le centraline nell'intorno sono: Torino - Parco Lingotto e Via Rubino; Orbassano - Via Gozzano; Collegno - C.so Francia; Beinasco - Giardino Aldo Mei, quest’ultima ubicata nell’area di massima ricaduta delle emissioni dell’impianto.

Mappa dell'area del TRM con la stazione di monitoraggio

Mappa_Google

 Fonte: Google. Elaborazione: Arpa Piemonte

I punti di misura, come tutte le stazioni di rilevamento della qualità dell’aria, misurano il contributo complessivo di tutte le fonti presenti nell’area.

Le relazioni annuali relative alla cabina di Beinasco, come pure il confronto tra i dati rilevati prima e dopo l’entrata in esercizio dell’impianto, sono disponibili nelle pagine del sito di Arpa dedicate ai dati del termovalorizzatore.

Nel seguito si riportano alcune considerazioni tratte dalla relazione 2015 sulla cabina di Beinasco relative ad alcuni inquinanti di particolare rilevanza.

Ossidi di Azoto

Gli ossidi di azoto sono generati da processi di combustione, qualunque sia il combustibile utilizzato. Il monossido di azoto è un inquinante di tipo primario e, in assenza di altri processi combustivi, la fonte principale è il traffico veicolare. Tutte le stazioni di misura presentano massimi nelle stesse ore del mattino e della sera (zona in giallo nella figura). In particolare è possibile notare come presso la stazione di Beinasco le concentrazioni siano superiori rispetto alle stazioni di fondo urbano della città di Torino (Lingotto) e del Comune di Orbassano (Gozzano). Rispetto alla stazione di traffico urbano di Torino (Consolata) si evidenziano valori medi orari più alti presso la stazione di Beinasco nella prima metà della giornata mentre nella seconda parte della giornata la situazione si inverte.
Occorre evidenziare che il sito di Beinasco è sottovento a importanti arterie stradali (in particolare Strada Torino), alla tangenziale di Torino e ai suoi snodi, nonché alla stessa città di Torino. Per questo motivo nei periodi in cui i venti provengono dall’insieme delle direzioni alle quali il sito è sottovento si osservano mediamente valori più elevati degli ossidi di azoto.

NO, andamento del giorno medio - anno 2015
Confronto tra la cabina TRM e le stazioni di monitoraggio della qualità dell'aria

NO_giornoMedio

 Fonte: Arpa Piemonte

Si sottolinea che la quantità di ossidi di azoto emessa complessivamente dalle tre linee dell’impianto nel 2015, in base ai dati del Sistema Monitoraggio Emissioni (SME), è significativamente diminuita rispetto al 2014 (di circa il 32% sull’intero anno).

Emissioni di ossido di azoto impianto TRM 
 confronto anni 2014-2015

NO_FlussoMassa

 Fonte: Arpa Piemonte

Mercurio

Il mercurio si ritrova nell’ambiente in molteplici forme, di cui due sono quelle più rilevanti dal punto di vista tossicologico: il mercurio elementare e il metilmercurio. Quest’ultimo è in assoluto la forma maggiormente tossica e biodisponibile per gli organismi viventi. In aria ambiente il mercurio si ritrova principalmente (dal 90 al 99%) come mercurio elementare allo stato gassoso.
Nella stazione di Beinasco-Aldo Mei il mercurio elementare gassoso viene analizzato con un analizzatore in continuo che fornisce concentrazioni medie orarie; il mercurio viene inoltre determinato in laboratorio sui campioni di  particolato PM10. I valori medi rilevati sono in linea con quanto riportato in letteratura per le aree urbane europee. Sotto il profilo della protezione della salute sia le singole medie mensili che la media annuale risultano nel 2015 inferiori di circa duecento volte al valore di linea guida stabilito dall’OMS e di circa quaranta volte a quelli stabiliti da US - EPA e ATSDR (US Agency for Toxic Substances and Desease Register).

Beinasco (TRM). Concentrazione media mensile del mercurio

Mercurio

 Fonte: Arpa Piemonte

Policlorodibenzodiossine, policlorodibenzofurani e policlorobifenili

Con il termine generico di “diossine” si indica un gruppo di 210 composti chimici aromatici policlorurati, divisi in due famiglie: PCDD e PCDF. Le diossine sono sottoprodotti indesiderati di una serie di processi chimici e/o di combustione. Si tratta di composti stabili e persistenti nell’ambiente, tossici per l’uomo, gli animali e l’ambiente stesso; in particolare 17 congeneri destano preoccupazione dal punto di vista tossicologico.

I policlorobifenili (PCB) sono una serie di 209 composti aromatici clorurati. Solo 12 congeneri presentano caratteristiche chimico-fisiche e tossicologiche paragonabili alle diossine e ai furani: questi vengono definiti PCB dioxin-like (PCB DL).

Per i microinquinanti (PCDD/DF e PCB) rilevati in aria ambiente presso la stazione di monitoraggio nel corso del 2015 si osserva un andamento di tipo stagionale, situazione tipica del bacino padano, dovuta al progressivo aumento delle condizioni di stabilità atmosferica dai mesi autunnali a quelli invernali, con tendenza al confinamento degli inquinanti in prossimità del suolo e valori leggermente più alti nei periodi invernali. 

Le quantità rilevate sono in linea con quelle normalmente riscontrate in un sito urbano e sempre inferiori alle Linee guida della Germania (Bund/Länder-Arbeitsgemeinschaft für Immissionsschutz (LAI) - Comitato degli Stati per la protezione ambientale) pari a: 150 fg I-TEQ/m3 per la somma PCDD/DF + PCB dioxin like, espressa con i fattori di tossicità WHO 2005.

Beinasco (TRM). Sommatoria PCDD/DF  e  PCB DL in aria ambiente

Diossine

 Fonte: Arpa Piemonte

Solo nel mese di dicembre 2012, in un periodo antecedente alla messa in funzione dell’impianto di TRM, bassa piovosità e stabilità atmosferica avevano fatto sì che la concentrazione di diossine fosse superiore alle linee guida del Belgio e della Germania. 

Per approfondimenti consulta la relazione del 2015

SALUTE DELLA POPOLAZIONE

Logo_Spott

Mediante il programma SPoTT (Sorveglianza sulla salute della Popolazione nei pressi del Termovalorizzatore di Torino) si è creato un sistema di sorveglianza che consente di valutare gli effetti avversi sulla salute dell’inquinamento ambientale nelle aree circostanti il termovalorizzatore di Torino. 

Sono disponibili i risultati del confronto pre-post del biomonitoraggio umano condotto su un campione di 380 soggetti, rappresentativo sia della popolazione esposta residente nell’ASL TO3 nei pressi dell’impianto (comuni di Beinasco, Rivalta, Orbassano e Grugliasco), sia della popolazione non esposta, residente nell’ASL TO1, in aree del comune di Torino lontane dall’area di ricaduta delle emissioni, nonché di un piccolo gruppo di allevatori (n=13) residenti nei pressi dell’impianto.

Il modello di studio adottato permette di desumere l’impatto dei metalli emessi dall’impianto attraverso il confronto tra le differenze T1-T0 dei valori mediani tra i due gruppi (esposti e non esposti). Per la maggior parte dei metalli, i risultati non mettono in luce differenze significative tra i due gruppi. I risultati depongono complessivamente quindi per la mancanza di influenza dell’impianto sull’assorbimento dei metalli nella popolazione esposta, ad un anno dall’inizio del funzionamento dell’impianto. 

Variazione percentuale delle differenze T1-T0 dei valori dei metalli nella popolazione esposta e non esposta

figura_epidiemiologia

 Fonte: programma SPoTT 

Visualizza un'infografica riguardante il termovalorizzatore

 

 

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