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2 febbraio giornata mondiale delle zone umide

1 febbraio 2013

Risale al 1971 il primo provvedimento di riferimento, a livello internazionale, per la tutela delle zone umide. È la Convenzione per la salvaguardia delle zone umide di interesse internazionale soprattutto come habitat degli uccelli acquatici, firmata il 2 febbraio a Ramsar (Iran).
Attualmente sono oltre 80 le nazioni, tra cui l'Italia, che hanno sottoscritto questo documento che rappresenta una delle prime manifestazioni di cooperazione internazionale in tema di tutela ambientale.

Scarica la VI versione del Ramsar Convention Manual, aggiornata a gennaio 2013.


Cosa sono le zone umide?

Per zone umide si intendono le paludi e gli acquitrini, le torbe, i bacini, naturali o artificiali, permanenti o temporanei, con acqua stagnante o corrente, dolce, salmastra o salata, comprese le distese di acqua marina la cui profondità, durante la bassa marea, non supera i sei metri.
Inoltre possono essere considerate zone umide: i laghi, le torbiere, i fiumi e le foci, gli stagni, le lagune, le valli da pesca, i litorali con le acque marine costiere. Tra le opere artificiali, le casse di espansione, gli invasi di ritenuta, laghi di cava, i canali, le saline e le vasche di colmata.

Perché sono importanti?

Le zone umide rappresentano aree di inestimabile valore perché rivestono un ruolo rilevante per l’equilibrio degli ecosistemi locali, nonché per l’ecosistema globale. Ad esempio si può citare la funzione di omeostasi nei confronti degli ecosistemi fluviali e il costituire siti fondamentali e nevralgici per la conservazione della biodiversità.
Le zone umide sono anche ambienti vulnerabili. Nelle regioni temperate, la loro evoluzione è strettamente connessa alle variazioni degli apporti idrici che le hanno create; cambiamenti anche minimi in tali scambi possono causare la rapida scomparsa di specie caratterizzate da particolari adattamenti fisiologici
e comportamentali.

Consulta le schede degli indicatori ambientali dedicati.
Zone umide in Piemonte
Le torbiere alpine


Qual è l'attività di Arpa Piemonte?
Arpa ha partecipato all'Inventario nazionale delle zone umide. Il progetto è coordinato da ISPRA (Servizio Aree Protette e Pianificazione territoriale), in collaborazione con il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare e l’ARPA Toscana. L'Agenzia ha fornito indicazioni relativamente ai Siti Natura 2000 comprendenti zone umide e ha collaborato alla redazione del Rapporto ISPRA 153/11 Contributi per la tutela della biodiversità delle zone umide.

A livello regionale ha collaborato per la realizzazione del Censimento della rete di aree umide presenti in Piemonte. Il progetto coordinato dalla Regione Piemonte (Direzione Ambiente e Agricoltura) ha previsto la realizzazione di un inventario delle zone umide presenti sul territorio regionale attraverso la raccolta delle banche dati esistenti, la predisposizione di una adeguata cartografia, la costituzione della relativa banca dati e la realizzazione di un sistema web gis di consultazione.

Per approfondimenti consulta:
- l'indicatore ambientale Natura e biodiversità_Zone umide
-
la pubblicazione Torbiere e libellule nelle montagne dell'Ossola (2012)
- la pubblicazione Zone umide in Piemonte. Indicatori ambientali (2008)

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