Confermata l'elevata qualità delle acque di balneazione del Piemonte
L’elevata qualità delle acque di balneazione del Piemonte raggiunta nell’anno 2010, con l’idoneità alla balneazione di tutte le zone controllate e proseguita negli anni successivi, viene confermata anche per la stagione 2016. Il percorso di implementazione della Direttiva 2006/7/CE, per quanto riguarda il monitoraggio e la classificazione delle acque di balneazione, in Piemonte può dirsi ormai a regime. Prima dell'apertura della nuova stagione Arpa pubblica il rapporto annuale dell'anno precedente.
Consulta il rapporto
Cosa prevede la normativa
La Direttiva 2006/7/CE definisce i criteri per l’utilizzo della risorsa ai fini balneari ed è stata recepita in Italia dal D.Lgs. 116/08 e dal Decreto 30 marzo 2010. La normativa prevede sia il monitoraggio e la classificazione delle acque di balneazione su laghi e torrenti, che la valutazione dei requisiti del singolo campione nel corso della stagione balneare.
Cosa comporta la gestione delle acque di balneazione
La gestione della qualità delle acque di balneazione passa quindi non solo attraverso il monitoraggio puntuale della singola spiaggia durante la stagione balneare, ma deriva da una valutazione più ampia e complessiva delle cause che possono impedirne la fruizione. In particolare è prevista una valutazione sull’intero corpo idrico di tutte le pressioni antropiche che insistono sulle singole acque di balneazione attraverso alla redazione di profili specifici. L’analisi preventiva delle pressioni finalizzata all’utilizzo della risorsa per scopi balneari, permette di gestire eventuali sforamenti conoscendo già le possibili cause e potendo agire tempestivamente per la rimozione e il ripristino delle condizioni di balneabilità.
L'attività di Arpa
Nel 2016 l'Agenzia ha svolto attività per il monitoraggio e la classificazione delle 93 zone utilizzabili ai fini balneari in Piemonte afferenti a sette laghi - Lago Maggiore, Orta, Mergozzo, Lago di Avigliana grande, Sirio e Candia - e a due corsi d’acqua - torrenti Cannobino e San Bernardino.
Criticità
Sul Lago di Candia si è presentato nel mese di settembre un problema rilevante di apporto di materiale fecale a lago, la cui causa non è ancora nota con certezza, e che ha determinato la non idoneità alla balneazione dell’intero lago. Su tutte le altre zone sono state rilevate alcune criticità che non hanno però influito sulla balneabilità per oltre 2 o 3 giorni e catalogabili, nella maggior parte dei casi, come “inquinamenti di breve durata”.
La classificazione
Nessuna zona è stata assegnata alla classe scarsa, confermando quindi il raggiungimento dell’obiettivo della Direttiva Europea 2006/7/CE, che prescrive che tutte le acque di balneazione siano come minimo sufficienti entro la fine della stagione balneare 2015. Delle 90 zone lacustri, 78 (87%) sono risultate di qualità eccellente, 7 (8%) di qualità buona e solo 5 (5%) di qualità sufficiente. Le tre zone ubicate su corsi d’acqua sono collocate nella classe di qualità buona. Le zone di qualità inferiore all’elevata, ed in particolar modo le zone classificate come sufficienti, dovranno essere oggetto di particolare attenzione da parte dei comuni e dei gestori nella verifica della funzionalità delle infrastrutture fognarie e depurative per evitare declassamenti verso lo stato scarso per cui si prevede la perdita dell’idoneità alla balneazione.
Monitoraggio dei cianobatteri
Nei cinque laghi a potenziale rischio di fioriture di cianobatteri (Maggiore, Viverone, Avigliana, Sirio e Candia) è stato condotto, come nei precedenti anni, un monitoraggio specifico al fine di prevenire eventuali rischi per la salute dei bagnanti riconducibili alla presenza di biotossine in concentrazioni superiori ai limiti normativi (> 25 µg/L). Il monitoraggio della componente cianobatterica è stato effettuato anche sulle zone di balneazione del lago di Mergozzo a seguito di un episodio di presenza di schiume dovute presumibilmente a fenomeni di origine naturale. Nel corso della stagione balneare 2016 non sono mai state rilevate in nessuno dei laghi monitorati, concentrazioni di cianobatteri superiori alla soglia di attenzione di 20.000 cell/ml e di conseguenza non è mai stata effettuata la ricerca di microcistine.
Analisi delle pressioni
Nel corso dell’anno 2016 è stata effettuata, sulla base dell’Analisi delle Pressioni predisposta da Arpa per il 2° ciclo di pianificazione del Distretto idrografico del fiume Po, un’analisi di dettaglio delle pressioni gravanti sui singoli laghi, con l’individuazione di zone omogenee. Sulla base di tale analisi è stata proposta una revisione della rete piemontese delle acque di balneazione e dei relativi punti di monitoraggio che verrà sottoposta nel corso dell’anno 2017 agli Enti coinvolti (Ministero della Salute, Regione e Comuni) che, ciascuno per la propria competenza, dovranno valutare l’opportunità, i modi e i tempi per l’effettiva realizzazione.