Botti di capodanno e inquinamento atmosferico
I festeggiamenti del Capodanno con fuochi d’artificio ed altri articoli pirotecnici (i cosiddetti “botti di Capodanno”) portano ad un significativo, seppur temporaneo, aumento delle emissioni di inquinanti in atmosfera, in particolare (ma non solo) di polveri sottili. Queste emissioni avvengono di notte, in condizioni atmosferiche generalmente stabili e portano ad un importante incremento delle concentrazioni di particolato nelle prime ore del nuovo anno, tale per cui in molte stazioni della rete di monitoraggio della qualità dell’aria si raggiungo concentrazioni medie giornaliere di PM10 anche di molto superiori al limite giornaliero di 50 µg/m3.
La mappa mostra i dati misurati dalle stazioni automatiche delle rete di monitoraggio per il 1° gennaio scorso: nella stazione di Domodossola si è misurato un valore di concentrazione giornaliera di 101 µg/m3, non usuale per questo sito di monitoraggio; valori particolarmente elevati si hanno anche nelle stazioni di Torino Rebaudengo (99 µg/m3) e Settimo Vivaldi (86 µg/m3).
Questo fenomeno si ripete tutti gli anni, con differente intensità a seconda delle condizioni meteorologiche che caratterizzano il primo giorno dell’anno, come si può vedere dalla tabella sottostante, in cui sono riportati, a partire dal 2014, i valori di concentrazione media giornaliera di PM10 (espressi sempre in mg/m3) misurati il 31 dicembre ed il primo gennaio in alcune stazioni di monitoraggio che sembrano essere tra le più interessate dai “botti di Capodanno”.
Dalla tabella si può osservare come i dati del primo gennaio siano sempre più alti di quelli del giorno precedente, ad eccezione del Capodanno 2021, in cui la nostra regione è stata interessata da una perturbazione atmosferica nei primi giorni dell’anno ed erano ancora attivi i provvedimenti emergenziali per la pandemia da SARS COVID-19, e del Capodanno 2016 nella zona del torinese.
Come detto l’aumento delle emissioni è temporaneo e ristretto alle primissime ore dell’anno. Analizzando quindi gli andamenti orari delle concentrazioni di particolato PM10 misurato dagli analizzatori automatici orari presenti in alcune stazioni della rete è ben visibile l’effetto delle emissioni dei “botti di Capodanno”. Il grafico successivo si riferisce alla stazione di Torino Rubino e mostra l’andamento orario medio (il giorno tipo) misurato per gli anni 2012-2023 rispettivamente per il primo gennaio (linea rossa in figura) e per tutti i giorni, ad eccezione del primo gennaio, dei mesi di dicembre e gennaio dello stesso periodo (linea blu). Nelle prime due ore dell’anno si raggiungono concentrazioni orarie medie sul periodo dell’ordine di 140 µg/m3 , quando il valore medio del giorno tipo dicembre/gennaio si assesta su valori dell’ordine di 50 µg/m3 . Gli effetti dei fuochi di artificio perdurano fino alle prime ore del mattino, quando l’andamento medio del primo gennaio torna ad allinearsi con quello del periodo dicembre/gennaio.
Infine la successiva elaborazione mostra gli andamenti orari, sotto forma di boxplot[1], dal 31 dicembre al primo gennaio per alcune stazioni in cui è disponibile un analizzatore orario (oltre a Torino Rubino, Alessandria-Volta, Bra-Madonna dei fiori, Novara-Arpa) per il periodo 2013-2023 (o comunque da quando sono disponibili i dati orari), I diagrammi portano alle stesse considerazioni sopra esposte, seppur con effetti meno evidenti nelle stazioni localizzate fuori dall’agglomerato torinese.
[1] Il boxplot è una rappresentazione sintetica di una serie di dati. Ciascun box è delimitato in alto e in basso dal primo e dal terzo quartile (25° e 75 ° percentile rispettivamente), al centro è presente una barra orizzontale che rappresenta la mediana (50° percentile: valore superiore al 50% dei dati considerati); le barre verticali che escono dal box rappresentano il minimo e il massimo e sono calcolate sulla base del range interquantile (IQR, differenza tra il terzo e il primo quartile) moltiplicato per un fattore (1.5)