Approvato il progetto di revisione della rete dei laboratori di Arpa Piemonte
Il Direttore Generale di Arpa Piemonte Angelo Robotto ha approvato ieri, 22 settembre 2014, il progetto di revisione della rete laboratoristica, attualmente organizzata su base provinciale o subprovinciale, secondo il modello ereditato dai Laboratori di Sanità Pubblica, assorbiti dall'Agenzia Regionale per l'Ambiente nel 1996.
Si tratta di un percorso non più procrastinabile, già intrapreso da alcuni anni dalle altre Agenzie per la Protezione dell'Ambiente, tutte accomunate dall'obiettivo di riduzione o di stabilizzazione dei costi di investimento e di esercizio, particolarmente onerosi per le attività di laboratorio, nell'ottica di mantenere ed elevare l'efficacia e la qualità delle analisi.
"Il progetto del nuovo sistema laboratoristico di Arpa Piemonte si caratterizza per la centralità dello sviluppo tecnologico, obiettivo primario di un ente che vuole accrescere e mantenere nel tempo la sua autorevolezza come organismo pubblico di controllo" sottolinea Angelo Robotto.
La rete dei laboratori chimici e biologici sarà organizzata in tre ambiti sovraprovinciali omogenei in cui è stato suddiviso il territorio regionale. Essa sarà composta da tre laboratori strumentali specialistici, che costituiranno riferimento territoriale per l'ambito nord-ovest (a Grugliasco per la Provincia di Torino), nord-est (a Novara o Vercelli per le Province di Biella, Novara, Vercelli, VCO) e sud (ad Alessandria per le Province di Alessandria, Asti e Cuneo). In ragione della conformazione geografica piemontese presso la sede Arpa di Cuneo sarà inoltre presente un laboratorio per le analisi che richiedono tempistiche molto stringenti.
L'attuazione delle scelte progettuali sarà graduale nel corso del triennio 2015-2017.
"Il progetto permetterà inoltre di sviluppare attività tecnico-scientifiche su base regionale o sovraprovinciale, quali la vigilanza sul territorio, le misure in campo di parametri chimici e chimico-fisici nonché le attività di biomonitoraggio e di bioindicazione, impiegando le competenze e le esperienze presenti nelle sedi presso le quali verranno dismesse attività di laboratorio" conclude il Direttore Generale.