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Anomalie climatiche, pollini allergenici ed effetti sulla salute

16 marzo 2017

Le allergie sono in costante aumento, specie in età pediatrica, e (secondo gli esperti della Società italiana di pediatria), in Italia, la rinite allergica colpisce circa il 13,6% dei bambini di età compresa tra i 6 e gli 8 anni e il 35% dei ragazzi tra i 13 e i 14 anni. La rinite è un disturbo sintomatico del naso provocato dall'infiammazione della mucosa respiratoria, che si manifesta con frequenti starnuti, occhi arrossati e naso che cola.

L'infiammazione nasce quando l'organismo entra in contatto con un allergene (i più comuni sono gli acari, le muffe, i pollini e i peli di animali) e il sistema immunitario produce un numero elevato di anticorpi che reagiscono in maniera sbagliata nei confronti delle sostanze riconosciute come estranee. Se non curata, la rinite si cronicizza e può avere effetti negativi per la qualità di vita della persona allergica con ripercussione a scuola o sul lavoro.

Gli studi scientifici più recenti hanno dimostrato un rapporto tra fattori ambientali (variabili meteorologiche, inquinamento), allergeni e incremento di allergie respiratorie.

La rete di monitoraggio dei pollini

Dal 2002 Arpa Piemonte ha avviato la Rete regionale di monitoraggio dei pollini allergenici, in collaborazione con l’Orto botanico-Università di Torino e gli Allergologi piemontesi.

Attualmente le stazioni di monitoraggio sono 6 distribuite sul territorio regionale. 

Alcune stazioni di monitoraggio sono site in aree urbane dove l’incidenza della pollinosi è in costante aumento (Torino, Cuneo, Alessandria, Novara, Vercelli), altre in luoghi caratteristici per motivi geografici e climatici (Omegna). Tutte le stazioni dispongono di un catturatore volumetrico e utilizzano una metodica standard per la raccolta e l’elaborazione dei dati.

Obiettivo principale della Rete è il monitoraggio costante delle concentrazioni polliniche e fungine in atmosfera che consente di redigere un bollettino pollinico settimanale fornendo informazioni tempestive per coloro che soffrono di allergie respiratorie e per gli allergologi consentendo così di attuare trattamenti terapeutici efficaci e mirati.

Le ulteriori finalità del monitoraggio si possono ricondurre a:

  • in campo ambientale, consentire il monitoraggio della qualità dell’aria, la stima della biodiversità di specie vegetali, lo studio di fenomeni legati ai cambiamenti climatici;
  • in campo agronomico, monitorare la presenza di fitopatogeni favorendo un impiego mirato di prodotti fitosanitari e controllare la diffusione di organismi geneticamente modificati (OGM);
  • nel campo della protezione dei beni culturali, valutare le specie presenti e le alterazioni che queste potrebbero produrre su monumenti, opere pittoriche, librarie ecc.

Cosa influenza la presenza di polline

I fattori che influenzano la presenza di polline in atmosfera sono principalmente le condizioni climatiche del periodo che precede la fioritura (condizionano la data di inizio del fenomeno) e le condizioni meteorologiche quali vento, turbolenza dell'aria, pioggia, umidità (influiscono sulla fluttuazione della concentrazione atmosferica del polline).

I cambiamenti climatici a cui stiamo assistendo, con aumento di fenomeni estremi, quali le ondate di calore estive e un rialzo delle temperature invernali medie, hanno un impatto rilevante su tutto l’ambiente e su tutti gli organismi viventi e possono influire sia sulla salute dell’uomo che sul ciclo vitale delle piante.

Le modificazioni delle temperature e dell’umidità e il riscaldamento globale, impattano anche sul ciclo pollinico, aumentandone sia la produzione in termini quantitativi, sia modificando i periodi di inizio di emissione, portando complessivamente a un allungamento delle stagioni dei pollini.

Oltre ai fattori climatici, sono da considerare anche l’inquinamento dell’aria e la possibilità degli inquinanti in essa presenti, di interagire con i granuli pollinici influenzandone la chimica e l’ultrastruttura, aumentandone l’allergenicità.

Gli andamenti stagionali

Nell’anno 2015 si è avuta un’estate con temperature molto più elevate delle medie degli ultimi 50 anni. Anche l’inverno 2015-2016 è stato caratterizzato da un’anomalia climatica con temperature invernali molto miti e superiori rispetto alle medie stagionali e ciò ha comportato una serie di effetti sugli ecosistemi e sull’ambiente, sia di breve che di più lungo periodo. La mancanza di neve e le elevate temperature dei mesi di novembre e dicembre 2015 hanno determinato fioriture tardive anche in montagna e anche le concentrazioni di pollini nell’aria hanno fatto rilevare un anticipo della fioritura di alcune specie botaniche tipiche del tardo inverno, come Corylus avellana (nocciolo), Alnus glutinosa (ontano nero) oppure i generi appartenenti la famiglia delle Cupressaceae/Taxaceae (come il cipresso e il ginepro).

Questo trend di allungamento del periodo favorevole alle allergie è già evidente da alcuni anni, ma in questo caso si sono registrati effetti rilevanti sulle concentrazioni polliniche e sull’anticipo di inizio stagione.

Al fine di stimare l’entità del fenomeno e le variazioni rispetto agli anni precedenti, le temperature del periodo autunno-inverno 2015 sono state confrontate con le serie storiche disponibili e si sono valutati gli scostamenti dalle medie stagionali. Successivamente, si sono confrontati i periodi di inizio impollinazione dei pollini precoci di fine inverno, al fine di valutare se vi sono stati effetti sull’impollinazione di queste specie.

 Corylaceae_2014_2015

Corylaceae_2015_2016

 Corylaceae_Alessandria_storico_2016

 

In tutte le stazioni della Rete di Arpa Piemonte le concentrazioni dei pollini delle Corylaceae e delle Cupressaceae/Taxaceae hanno subito una variazione (in termini quantitativi e/o di anticipo) rispetto all’andamento atteso e registrato dalle serie storiche.

Le variazioni delle temperature invernali precedenti le fioriture hanno influito sull’anticipo dell’impollinazione e in alcune stazioni anche sul quantitativo di polline prodotto.

Le elevate concentrazioni dei pollini, secondo gli allergologi, hanno indotto insorgenza precoce della sintomatologia nei soggetti allergici, anche rilevante.

Alla luce di queste considerazioni si riconferma che il monitoraggio dei pollini allergenici e la produzione e diffusione settimanale dei bollettini possono essere un valido aiuto per misure terapeutiche tempestive in modo da mitigare l’impatto sulla salute della popolazione dovuto a situazioni climatiche e di esposizioni ambientali anomale ad allergeni ambientali sempre più frequenti.

Consulta il bollettino pollini

 

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