Amianto e opere rilevanti nell'Appennino Ligure-Piemontese
Nella parte meridionale della provincia di Alessandria, a pochi chilometri dal mar Ligure, gli eventi geologici hanno determinato la presenza di un gruppo montuoso (Gruppo di Voltri) dove abbondano le ofioliti, rocce originatesi su un fondale oceanico e parzialmente metamorfosate durante l’orogenesi alpina, nelle quali è possibile la presenza di minerali riconducibili agli amianti, in particolare crisotilo, tremolite e actinolite.
Il monte Tobbio nel gruppo Voltri | Sepernitinite con antigorite fibrosa |
Proprio i rilievi compresi all’interno delle unità geologiche del Gruppo di Voltri o ai margini dello stesso, dove possono essere presenti rocce sedimentarie terziarie (esempio per i Conglomerati della Formazione di Molare) originatisi dalla disgregazione di rocce ofiolitiche, sono oggi interessati da tre importanti opere di interesse pubblico: si tratta del rifacimento della diga Badana, della posa del nuovo metanodotto Gavi-Pietralavezzara e della costruzione delle gallerie del Terzo Valico.
L’impatto ambientale delle suddette opere è ovviamente diverso dal punto di vista qualitativo e quantitativo: tutte richiedono tuttavia attenzione per quanto riguarda la problematica amianto, dal momento che scavi e movimentazione di terre e rocce potrebbero teoricamente determinare la dispersione nell’aria di fibre; il condizionale è d’obbligo, dal momento che l’adozione di opportuni accorgimenti è in grado di minimizzare, se non annullare, il rischio.
Un ruolo fondamentale nei controlli che Arpa effettua sulla possibile dispersione di fibre d’amianto è rivestito dal Centro Ambientale Amianto, competente in tema di minerali asbestiformi e dal Dipartimento di Geologia e Dissesto, competente in ambito geologico. La strettissima ed intensa collaborazione tra le due strutture di Arpa, i sopralluoghi, i rilievi geologici, i campionamenti di materiale solido e di aerodisperso, hanno consentito di affrontare le numerose problematiche connesse alla valutazione delle documentazioni presentate dai proponenti le opere, con particolare attenzione alla valutazione dell’effettivo sussistere di un pericolo connesso all’amianto ed ai conseguenti piani di monitoraggio.
Nel seguito è riportato un sintetico report dell’attività di Arpa in relazione all’avanzamento dei lavori per quanto riguarda il Metanodotto Gavi-Pietralavezzara e per quanto riguarda la diga Badana, limitatamente alla problematica amianto: gli aspetti relativi al Terzo Valico sono stati descritti nella notizia “Terzo Valico dei Giovi. Sintesi delle attività di Arpa nel 2014”.
Metanodotto Gavi-Pietralavezzara
Il Centro Ambientale Amianto e il Dipartimento di Geologia e Dissesto dell’Agenzia hanno valutato la documentazione presentata dal proponente per la realizzazione del nuovo metanodotto Gavi-Pietralavezzara e per la dismissione del vecchio gasdotto, limitatamente agli aspetti di competenza. Nell’ambito della suddetta attività è stata prestata particolare attenzione ai piani di monitoraggio ante operam e in corso d’opera per quanto riguarda la problematica amianto, tenuto conto delle litologie attraversate dal tracciato dell’opera: è stato in particolare valutato quanto proposto relativamente ai punti di campionamento degli aerodispersi ed alle modalità operative (flussi e tempi di campionamento, tecniche analitiche, soglie di allarme). Sono state inoltre richieste e controanalizzate in SEM (microscopia elettronica) 26 porzioni di membrana campionate dal proponente e già sottoposte ad analisi dal laboratorio privato, operazione che ha consentito di validare i dati presentati: per quanto riguarda la determinazione delle fibre di amianto, i dati sono risultati infatti compatibili in 24 casi. Nell’ambito delle attività previste e per quanto di competenza, nel 2014 sono stati effettuati 2 sopralluoghi per approfondire aspetti relativi ai punti di campionamento connessi al monitoraggio delle fibre aerodisperse ed al rilevamento geologico di eventuali affioramenti ofiolitici, prelevando 3 campioni di rocce che sono stati analizzati in MODC (microscopia ottica a dispersione cromatica).
Diga Badana
Il Centro Ambientale Amianto e la Struttura Geologia e Dissesto hanno valutato la documentazione presentata dal proponente per la risistemazione della Diga Badana, limitatamente agli aspetti di competenza: in particolare, nell’ambito della suddetta attività sono stati affrontati i temi relativi alla metodica da applicare all’analisi di rocce e sedimenti con amianto. È stata inoltre valutata la documentazione pervenuta, riguardante la caratterizzazione geologica dei depositi alluvionali e delle rocce presenti all’interno del bacino (attualmente in secca) del lago Badana, con particolare attenzione alle metodiche di campionamento, nonché le modalità di possibile riutilizzo in loco dei materiali litoidi per produrre calcestruzzi. Nell’ambito delle attività resesi necessarie, nel 2014 sono stati effettuati 2 incontri tecnici con personale facente capo al proponente ed 1 sopralluogo in loco (zona remota accessibile solo con mezzi fuoristrada), durante il quale sopralluogo sono stati approfonditi aspetti relativi alle litologie presenti sul fondo del lago ed alla possibile presenza di amianto.
Lungo tracciato del vecchio metanodotto | Muraglia della diga Badana |