I più recenti aggiornamenti del monitoraggio della radioattività presso i siti nucleari piemontesi al convegno del 28 gennaio a Torino
Il 28 gennaio si terrà a Torino presso il Centro Incontri della Regione Piemonte, in corso Stati Uniti 23, un convegno su “La disattivazione degli impianti nucleari piemontesi e la gestione dei rifiuti radioattivi”.
Il convegno sarà l’occasione per fare il punto su aspetti di grande attualità ed interesse ambientale quali lo smantellamento degli impianti nucleari e l’individuazione del deposito nazionale di rifiuti radioattivi. Ne parleranno autorevoli esponenti delle istituzioni maggiormente coinvolte nei processi di controllo e gestione degli impianti nucleari e dei rifiuti radioattivi quali l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, Ispra, la Società di Gestione degli Impianti Nucleari (Sogin) e la Commissione Parlamentare d’Inchiesta dei Rifiuti Radioattivi, che ha effettuato nei giorni scorsi un sopralluogo presso i siti nucleari piemontesi.
I più aggiornati risultati delle azioni di monitoraggio della radioattività connesse ai siti nucleari piemontesi saranno illustrati da Arpa Piemonte.
Le maggiori criticità riguardano il sito Sorin del comprensorio di Saluggia presso il quale si rilevano tracce di radioattività in campioni di acqua della falda superficiale prelevati all’interno e a valle del sito. Si tratta di tracce di contaminazione, non significative per l’esposizione della popolazione, ma che indicano un fenomeno ancora in atto di rilascio in ambiente di radioattività, nonostante le diverse azioni di miglioramento nella gestione dei rifiuti radioattivi messe in atto presso questo sito, quale la costruzione di un nuovo deposito.
E’ stato invece ormai da tempo risolto il problema, evidenziato alcuni anni fa, del rilascio in ambiente di radioattività a seguito di perdite nella piscina di stoccaggio di combustibile irraggiato del sito Eurex di Saluggia. Già nel 2008 Sogin aveva infatti provveduto a rimuovere la sorgente della contaminazione radioattiva della prima falda, che era rimasta confinata all’interno del sito Eurex, svuotando la piscina del liquido radioattivo.