Inquinamento luminoso
Con il termine inquinamento luminoso si intende qualunque alterazione della quantità naturale di luce presente di notte nell’ambiente esterno, al di fuori degli spazi dove è necessario illuminare, a seguito di immissione di luce artificiale. In particolare con inquinamento luminoso in senso più stretto si intendono gli effetti della dispersione nel cielo notturno di luce prodotta da sorgenti artificiali (come impianti di illuminazione notturna). Rientra nell’inquinamento luminoso anche l’inquinamento ottico; termine con il quale si intende l’indebita diffusione di luce artificiale in aree di accesso della popolazione.
L’inquinamento luminoso è prodotto sia dall’immissione diretta di flusso luminoso verso l’alto (tramite apparecchi mal progettati, mal costruiti o mal posizionati), sia dalla diffusione di flusso luminoso riflesso da superfici e oggetti illuminati con intensità superiori a quanto necessario ad assicurare la funzionalità e la sicurezza di quanto illuminato.
Le principali sorgenti di inquinamento luminoso sono gli impianti di illuminazione esterna notturna, quali impianti di illuminazione pubblici, stradali, privati, di stadi, di complessi commerciali e fari rotanti. In alcuni casi, l’inquinamento luminoso può essere prodotto anche da illuminazione di ambienti interni che causa anche l’irradiamento di aree esterne, come l’illuminazione di vetrine di esercizi commerciali
L’effetto più evidente e significativo dell’inquinamento luminoso è l’aumento della brillanza del cielo notturno e la perdita della possibilità di percepire l’Universo attorno a noi.
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