La modellizzazione delle emissioni
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Ai fini della quantificazione dei fattori di pressione che agiscono su una  determinata area, l’attribuzione del dato di emissione al territorio sulla base  della collocazione amministrativa della sorgente, come previsto dalla  metodologia per la realizzazione degli Inventari di Emissione, costituisce in  alcuni casi una approssimazione non trascurabile.
A livello di analisi dei  fattori di pressione relativi all’inquinamento atmosferico, occorre infatti  considerare che le ricadute possono interessare in misura significativa  territori diversi da quello del comune nel quale sono presenti le sorgenti di  emissione.
L’ottimizzazione del processo di integrazione delle informazioni  provenienti dalle stazioni di monitoraggio sullo stato di qualità dell’aria con  le informazioni sulle pressioni emissive provenienti dagli Inventari delle  Emissioni, trova però la sua concretizzazione nella modellistica di dispersione  degli inquinanti realizzata con codici di tipo tridimensionale, in grado di  rappresentare spazialmente, su tutto il territorio regionale, le concentrazioni  dei diversi inquinanti  atmosferici.
Nell’ambito delle catene modellistiche tridimensionali in  uso presso Arpa Piemonte, i dati contenuti negli Inventari Regionali -  processati da una sottocatena specifica per la modellizzazione delle emissioni  (EMMA, Arianet) - vengono utilizzati al massimo livello di dettaglio possibile:  livello di attività per quanto riguarda la classificazione SNAP delle sorgenti  emissive, livello di singolo camino per le sorgenti puntuali (impianti  produttivi), livello di singolo arco stradale per le sorgenti lineari (strade e  autostrade), livello comunale per le sorgenti areali (fonti di emissione diffuse  sul territorio).
Il trattamento delle emissioni prevede tre livelli principali di  processamento:
1. la disaggregazione spaziale
2. la speciazione  chimica
3. la modulazione temporale
La disaggregazione spaziale
Il processo -  eseguito da un modulo specifico nell’ambito della catena modellistica per il  trattamento delle emissioni - prevede una spazializzazione, sulla griglia di  calcolo della simulazione, delle emissioni associate ad attività antropiche o  naturali definite come sorgenti areali e lineari negli Inventari delle  Emissioni.
Tale processo è reso possibile intersecando i poligoni di  emissione con la griglia di calcolo della simulazione: per ciascun poligono, le  emissioni sono ripartite sulle celle ottenute dall’intersezione tra la geometria  della griglia e l’area del poligono stesso, sulla base delle informazioni  contenute in un layer tematico  grigliato - ottenuto per esempio da dati di  uso del suolo (Corine Land Cover) o da dati cartografici (layers tematici quali  l’edificato, la vegetazione, le aree industriali), specificando per ciascuna  cella la percentuale di area occupata dalla caratteristica selezionata.
A  titolo di esempio, le emissioni dovute al riscaldamento domestico di un comune  non vengono uniformemente distribuite su tutte le celle che rientrano nel  territorio comunale, ma solo su quelle corrispondenti al layer tematico che  definisce le aree edificate; allo stesso modo le emissioni biogeniche prodotte  dalle conifere e dalle latifoglie sono disaggregate spazialmente sui rispettivi  layers cartografici che ne individuano la distribuzione sul territorio  piemontese.
Le emissioni da sorgenti lineari, essendo normalmente associate  ad un grafo stradale, cioè ad elementi cartografici (archi stradali)  identificati da coordinate di inizio e fine segmento, non necessitano del  processo di spazializzazione sopra descritto, ma vengono semplicemente  proiettate sulla griglia di calcolo della simulazione.
Per quanto riguarda le  emissioni da sorgenti puntuali, individuate da coordinate specifiche  corrispondenti ai singoli camini, il processo di spazializzazione non si rende  necessario essendo queste trattate in modo separato dal modello di  emissione.
La modulazione temporale
Il modulo temporale  della catena modellistica per il trattamento delle emissioni distribuisce la  sommatoria emissiva (fornita dagli Inventari delle Emissioni in tonnellate/anno)  sull’anno solare frazionandola su base oraria, tenendo conto degli specifici  profili temporali associati ad ogni tipologia di sorgente.
La modulazione nel  tempo delle emissioni si basa quindi sull’incrocio tra profili di modulazione  giornalieri (distribuzione nell’arco delle 24 ore), settimanali (distribuzione  nell’arco della settimana) e annuali (distribuzione nell’arco dell’anno).  Inoltre è possibile l’assegnazione di profili giornalieri differenziati per  giorno feriale, prefestivo e festivo.
Specifici profili di modulazione  possono essere previsti non solo per ogni categoria emissiva (per esempio, per  ogni livello di codice SNAP: macrosettore, settore o attività), ma anche per  ogni singola sorgente.
La speciazione chimica
Nel caso in cui si  utilizzi nella catena modellistica un codice in grado di simulare le principali  reazioni fotochimiche che avvengono in atmosfera, i dati emissivi devono subire  un ulteriore processamento.
Sempre nell’ambito della catena di  modellizzazione delle emissioni, il modulo responsabile di questo processo  riproduce la speciazione dei composti organici volatili non metanici (NMVOC) e  del particolato (PM); inoltre ripartisce gli ossidi di azoto in monossido e  biossido. 
Come risultato si ottiene - per ogni attività antropica e naturale  - una ripartizione della sommatoria emissiva nelle varie specie organiche  secondo il criterio di aggregazione previsto dal meccanismo chimico adottato (ad  esempio alcani, aldeidi, chetoni, aromatici, olefine, terpeni, ecc…), sulla base  di profili di speciazione e dimensionali specifici per ogni categoria emissiva.  A titolo di esempio, il profilo di speciazione per le foreste di latifoglie  prevede un contributo di isoprene pari al 90% delle relative emissioni di NMVOC,  mentre il 70% degli NMVOC emessi dalle foreste di conifere è rappresentato da  monoterpeni.
Il modello chimico utilizza poi le informazioni in uscita dal  modello delle emissioni per riprodurre, a partire dalle varie specie chimiche  emesse (input emissivo) e dalle informazioni sulla turbolenza (input  meteorologico), i processi di formazione, dispersione e ricaduta delle specie  inquinanti.
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 Schema del modello per il processamento delle emissioni  | 


